Nel corso dell’ultimo anno i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati del 7,5%, ossia al tasso più alto dal febbraio 1982. In particolare, ha comunicato giovedì mattina il dipartimento del Lavoro, da dicembre a gennaio l’inflazione è stata dello 0,6% (gli analisti si aspettavano un dato inferiore: 0,5%), mentre i prezzi erano aumentati dello 0,7% da ottobre a novembre e dello 0,9% da settembre a ottobre.
Tra le principali cause dell’impennata inflazionistica ci sono la carenza di lavoratori, i massicci pacchetti di aiuti federali alla popolazione durante la pandemia, tassi d’interesse che rasentano lo zero, e una robusta ripresa dei consumi. A crescere a un ritmo da record sono stati anche i salari dei lavoratori, che tuttavia non riescono a tenere il passo del ben più imponente innalzamento dei prezzi.
Per questi motivi, si fa sempre più probabile la stretta della Federal Reserve sulla politica monetaria sotto forma di aumento dei tassi d’interesse, prevista per marzo.