Lo slogan di una famosa marca di pasta italiana che non nomino per non fare pubblicità suonava così: “Dove c’è Barilla, c’è casa.”
Quella tagline mi è tornata in mente giovedì scorso, quando il primo volo diretto Alitalia da Fiumicino (FCO) è atterrato a Washington-Dulles International (IAD), a pochi minuti da casa mia qui in Virginia.
Diciamocelo. La nostra compagnia di bandiera ha bruciato un bel po’ di soldini pubblici negli anni con i vari tentativi raffazzonati di tramutarla in un’azienda in attivo. Per questo motivo assai spesso agli italiani piace parlare male del vettore aereo con i colori della nostra bandiera.
Eppure al cuor non si comanda. Sarà sicuramente capitato anche a voi di trovarvi nell’aeroporto di qualche paese straniero. Mentalmente siete predisposti a molte ore di volo prima di mettere piede sul suolo patrio.
Ma se l’aereo è Alitalia, per me si manifesta un curioso fenomeno: salgo sul “nostro” aereo, vedo i colori della bandiera da tutte le parti e mi trovo faccia a faccia con un’assistente di volo che mi dice “Buongiorno”. E non me lo dice con accento inglese, spagnolo o tedesco. Bensì con accento romano, bergamasco, napoletano, siciliano o fiorentino.
Se per caso non percepisco l’accento subito, non resisto: faccio subito una domanda per vedere se stavolta ci riesco.
“Mi scusi, le sarebbe avanzato un giornale italiano anche già letto dall’andata? Sì, va bene anche il Sole24Ore. Grazie”.
Ecco la piccola magia di cui parlavo: sono già in Italia con parecchie ore di anticipo. Non so per voi. Per me è un po’ una goduta.
Il nuovo volo per Washington
La notizia che l’Alitalia avrebbe aperto un nuovo volo da Fiumicino a Dulles, l’aeroporto internazionale di Washington, non mi era nuova. Ma il 2 maggio, il giorno in cui il primo aereo è atterrato, mi ha colto di sorpresa quando, inaspettatamente, mi è arrivato un invito per una reception in suo onore che si sarebbe tenuta presso la nostra gloriosa ambasciata a DC.
Ebbene sì, manco mi ero accorto che il grande giorno era arrivato. It sneaked up on me, direbbero qui in America. Il primo diretto da Roma era atterrato ed era stato accolto all’aeroporto internazionale di Dulles in pompa magna nel vero senso della parola: due autopompe spruzzavano getti d’acqua sopra al velivolo a mo’ di arco trionfale mentre questo si avvicinava al gate.
Che bella scena.
“Con questo volo Alitalia sta avvicinando ancora di più i nostri due Paesi. Da oggi gli aeroporti Leonardo da Vinci di Roma e Dulles saranno connessi da un volo diretto all’insegna dell’eleganza ed eccellenza italiane. –Amb. Armando Varricchio”
La reception all’ambasciata
La sera c’è stato un rinfresco per commemorare l’evento offerto da Alitalia e ospitato dall’Ambasciata.
Musica, drink e leccornie hanno allietato gli astanti. Non sono mancati ovviamente anche i discorsi di importanti personalità.
“Con questo volo Alitalia sta avvicinando ancora di più i nostri due Paesi”, ha detto l’ambasciatore Armando Varricchio. “Da oggi gli aeroporti Leonardo da Vinci di Roma e Dulles saranno connessi da un volo diretto all’insegna dell’eleganza ed eccellenza italiane”.
Dell’importanza del nuovo volo hanno parlato anche Jerome L. Davis, della Metropolitan Washington Airports Authority, e Fabio Lazzerini, Chief Commercial Officer di Alitalia.
Nessuna obiezione, ma se dovessi dire qual’è stato il momento che più mi è piaciuto, direi la sfilata delle assistenti di volo con le diverse livree della compagnia di bandiera.
Adesso non mi resta che aspettare un mesetto. Su quel volo per Roma ci sarò anch’io e sarà come tornare in Italia un giorno prima del previsto.
Arrivederci.