In questa puntata della nostra rubrica tratteremo un tema particolarmente caro a La Voce di New York: il crowdfunding. Cos’è, come funziona, a cosa serve e come sfruttarlo per promuovere i propri prodotti e le proprie idee.
Il crowdfunding non ha un’origine ben definita né tantomeno riconducibile ad un determinato momento, non ha un “inventore”, cioè non nasce da una singola persona che, cercando una strada per raccogliere fondi, decide di provare a farsi finanziare tramite un sito internet. La sua origine risale a parecchio tempo fa, anche se non veniva identificato col nome “crowdfunding’”. Basti pensare alle campagne di raccolta fondi per le missioni umanitarie, per la ricostruzione di città devastate da calamità naturali, per l’acquisto di uno specifico macchinario da donare ad un ospedale in necessità; insomma è un metodo usato da tempo per finanziare un progetto o una singola persona, che sia per motivi politici oppure una start-up in cerca di fondi per avviarsi. Un esempio è stata la campagna presidenziale promossa da Barack Obama nel 2007-2008 e portata avanti grazie all’aiuto di piccoli donatori che hanno raccolto 750 milioni di dollari.
Ma andiamo con ordine: cos’è esattamente il crowdfunding?
E’ un sistema di finanziamento collettivo che consente di racimolare una certa somma di denaro grazie a finanziatori privati che sposano una causa e decidono di intervenire di tasca propria.
Il sistema è abbastanza semplice ma si può dividere in alcune categorie:
- Reward-based crowdfunding: l’investitore riceve una ricompensa economica direttamente proporzionale alla cifra versata. Se investi in un prodotto e questo genera incassi, le tue royalties saranno commisurate al tuo apporto economico iniziale. È il metodo più diffuso.
- Donation crowdfunding: i sostenitori di un progetto investono una cifra unicamente perché credono in una causa, senza aspettarsi nulla in cambio. E’ il caso di iniziative come quella promossa da ‘la Voce di New York’, in cui chi crede in un’idea e sogna di vederla realizzata aiuta i promotori contribuendo con una donazione (andare qui per chi volesse sostenere il progetto Liberty Meets Beauty).
Perciò aiutiamo tutti il nostro giornale!
- Civic Crowdfunding: è la richiesta di fondi che alcune città promuovono per finanziare opere pubbliche o attività di restauro. Esempi recenti sono la ricostruzione della Città della Scienza a Napoli dopo il disatstroso incendio che l’ha rasa al suolo e il restauro del portico di San Luca a Bologna. Tra le opere più datate c’è la Statua della Libertà, il cui piedistallo fu finanziato in parte dalle donazioni dei singoli cittadini. In soli 5 mesi venne raggiunta una cifra record e l’80% dei 120.000 donatori versò meno di 1 dollaro!
- Equity Crowdfunding: questo è un vero e proprio investimento in cui il finanziatore impegna una cifra in una società non ancora quotata, e verrà ricompensato in quote azionarie.
- Lending Crowdfunding: si tratta di prestiti di denaro tra persone o società ad un tasso di interesse, sempre con l’intento principale di realizzare un progetto.
Questi modelli presentano poi due schemi differenti:
- All-or-nothing: se il progetto raggiunge la cifra che ci si era dati come obiettivo in un determinato periodo di tempo, allora la donazione viene riscattata. In caso contrario, i finanziatori vengono rimborsati.
- Keep-it-all: qualunque sia la somma raggiunta, la donazione viene utilizzata per il progetto.
In entrambi i casi la piattaforma su cui vengono raccolti i fondi tratterrà una percentuale in cambio del servizio. Ovviamente nella prima opzione sarà inferiore rispetto alla seconda.

I siti internet e le organizzazioni per promuovere il crowdfunding sono innumerevoli e in città vaste come New York, ricche di menti brillanti ed intraprendenti, vengono utilizzati principalmente per lo sviluppo di start-up, di progetti innovativi e tecnologici, e di una molteplicità di invenzioni che non vedrebbero mai la luce se non fosse per generosi e volonterosi donatori che credono nello stesso progetto.
Un sito molto quotato nella Grande Mela è MeetUp il quale, oltre ad essere un ottimo sito di community ed eventi nell’area di New York City, organizza conferenze inerenti al crowdfunding. Alcune servono come supporto nella realizzazione delle campagne di raccolta fondi e nella loro organizzazione. Il successo non è garantito, ma sicuramente ti preparano per evitare errori e per capire quando lanciare la campagna, identificando il momento giusto e valutando il mercato.
Nel 2012 i siti web di crowdfunding erano più o meno 450, nel 2016 ne sono stati censiti circa 2000. Ciò sta a significare che il crowdfunding funziona: questa tipologia di finanziamento privato attrae anche la gente comune, la quale si fida ed investe, anche se pochi spiccioli. I grandi numeri, infatti, vengono raggiunti non solo da pochi grandi finanziatori, ma anche da una folla di piccoli donatori felici di poter contribuire ad una causa in cui credono e in cui si sentono coinvolti con pochi dollari. Le campagne più riuscite sono arrivate a raggiungere perfino 150 milioni di dollari di donazioni.
Tra le più comuni e famose piattaforme di crowdfunding vi sono i siti: GoFundMe, Kickstarter, Indiegogo (www.indiegogo.com) ed EquityNet, giusto per citarne alcune nella vastità della rete.
Ma sorge spontanea un’altra domanda: come proteggere la propria idea o il proprio progetto, senza rischiare di pubblicarla e quindi gettarla in pasto ai leoni?
Immaginatevi di avere in mente un prodotto estremamente innovativo, che sapete che potrebbe farvi passare alla storia ma non potete permettervi registrarlo come prototipo. Da un lato sapete che la soluzione ideale è farsi finanziare attraverso piattaforme on-line di crowdfunding, ma dall’altro lato conoscete il rischio che l’idea vi possa essere rubata da chiunque la veda su Internet.
La soluzione è offerta da organizzazioni strettamente legate al crowdfunding che aiutano a proteggere il progetto coprendolo con una sorta di copyright. Non si tratta della vera e propria registrazione di un marchio o di un disegno che comporterebbe costi e tempistiche molto diversi, ma è da considerarsi come una prova (forse potrà servire in futuro) del fatto che quell’idea è stata pubblicata on-line in una certa data da una determinata persona prima di un’altra. Piattaforme come Creative Barcode possono facilmente offrire una prima protezione rapida ed economica per scongiurare, almeno in parte, la paura di incappare in un furto di idee.
Insomma, il crowdfunding è una forma rapida ed immediata per ricevere un aiuto economico che consenta di promuovere la propria idea, che essa sia un video-game, un film indipendente, il disegno di un mobile o una testata giornalistica. Questo piccolo tassello ci fa capire come il futuro sia sempre più legato alla rete piuttosto che ai rapporti interpersonali. Può essere una triste considerazione per gli amanti delle chiacchiere davanti ad un caffè e delle strette di mano, ma un’ottima soluzione per promuovere e realizzare ciò che fino a qualche tempo fa non avreste nemmeno potuto immaginare di vedere sul mercato.