Oggi, sabato 16 maggio, i protagonisti dell’Inac, l’Istituto nazionale per l’assistenza ai cittadini scendono nelle piazze di tutta l’Italia. Una manifestazione per ricordare a chi governa il nostro Paese che nella vita politica e sociale non ci sono solo tasse da appioppare ai cittadini, leggi elettorali forzate, riprese economiche di là da venire, riforme della scuola contestate da docenti e via continuando. C’è anche un’Italia della solidarietà che si occupa dei pensionati che non arrivano alla fine del mese, di chi subisce infortuni, degli invalidi civili (quelli veri, ovviamente) e, in generale, degli ultimi: insomma di chi rimane indietro a causa di un aumento della povertà.
Quest’anno la nona edizione di “Inac in piazza per te” ha scelto di caratterizzare la giornata sul tema: "Alimentare i diritti, dare certezze ai cittadini". L’Inac è il patronato della Confederazione italiana agricoltori (Cia). Ciò significa che non mancheranno i temi legati all’agricoltura. Anche se la manifestazione affronterà temi sociali ampi, a cominciare dalle pensioni: non a caso l’associazione nazionale pensionati presenterà la propria petizione dal titolo piuttosto indicativo: “Cambiare verso alle pensioni basse è tema ineludibile”. L’occasione per iniziare una raccolta delle firme per spronare il governo Renzi ad innalzare le pensioni da fame.
In Sicilia la battaglia per le pensioni acquista grande importanza, perché il governo e il Parlamento dell’Isola, di comune accordo, hanno approvato una legge di stabilità regionale 2015 che prevede il taglio delle indennità ai pensionati regionali. Nell’Isola questa manifestazione è importante, perché va in controtendenza rispetto all’operato del governo Renzi e del governo regionale di Rosario Crocetta. Questi due governi, infatti, non si stanno limitando a penalizzare i pensionati della Regione, ma stanno colpendo tutta la spesa sociale, creando i presupposti per fare esplodere contraddizioni e, perché no?, anche sentimenti di insofferenza in un’Isola tradizionalmente tollerante.
L’esempio macroscopico è rappresentato dal taglio dei fondi della legge nazionale 328 (che è la legge che prevede interventi nel sociale). A questo taglio si somma il taglio di 5 miliardi di fondi Pac alle Regioni del Sud Italia: fondi che sarebbero dovuti servire anche per gli anziani, i minori e l’infanzia (proprio in questi giorni il governo Renzi si è accorto dell’ingiustizia commessa ai danni di tante città del Sud è sta parzialmente tornando indietro). Ma ormai il danno è fatto. Ed è un danno ingente. A Palermo, per esempio, è sceso in piazza un nutrito drappello di disabili abbandonati dal Comune. Un Comune che prende, ogni anno, oltre 120 milioni di euro per pagare 4 mila addetti alla pulizia della città e alla manutenzione delle strade che lavorano malissimo (come vi raccontiamo in questo servizio) e poi non trova i soldi per assistere chi ha veramente bisogno.
Non fanno meglio il governo regionale e il Parlamento siciliano, che nella legge di stabilità 2015 hanno trovato 24 milioni di euro da spendere in buona parte non – come cercano di far credere – per i minori arrivati con i barconi, ma per fare ingrassare i titolari delle cooperative che operano in questo nuovo business. Uno stanziamento strano, perché in base all’accordo siglato con il governo nazionale a pagare per questo servizio deve essere Roma e non la Regione siciliana autonoma. Ma è evidente che governo regione e Parlamento siciliano hanno precisi interessi in questo settore.
In Sicilia – tornando alla manifestazione dell’Inac – l’Istituto che si occupa di assistenza ai cittadini è presente in tutt’e nove le province. Spiega Angelo Forgia (nella foto a sinistra), dirigente della Cia siciliana e direttore regionale dell’Inac: “La nostra è una presenza capillare. Operiamo con nostre sedi in oltre trecento Comuni e forniamo ai cittadini, soprattutto ai più bisognosi, ogni genere di consulenza su pensioni, infortuni, invalidità e anche consulenze mediche e legali. Lavorare non è facile. Anche perché il governo nazionale di Matteo Renzi ha provato a smantellare il sistema dei Caf. L’attuale governo avrebbe voluto dimezzare i rimborsi dello Stato ai patronati. Poi il Parlamento ha operato una riduzione del dieci per cento”.
Chiediamo a Forgia perché tanto accanimento del governo nazionale contro i Caf. Il direttore generale dell’Inac siciliana sorride: “Intanto – ci dice – il governo ha un problema di ‘cassa’. Deve trovare i soldi per pagare, ogni anno, la ‘rata’ del Fiscal Compact, che magari non sarà 50 miliardi di euro all’anno, ma è comunque una cifra esosa. E poi c’è una questione politica insita nell’idea un po’ peronista che Renzi ha del potere. Lui vorrebbe bypassare sindacati e patronati – come cerca di fare con la presunta riforma della scuola – parlando direttamente con i cittadini. Magari via Twitter. Ma dimostra di conoscere poco la realtà sociale italiana. Forse pensa che gli anziani siano tutti ‘navigatori’ della rete. E invece non è così. Lo stesso discorso vale per il mondo rurale, soprattutto nel Sud”.
In Sicilia la manifestazione di domani si articolerà in dodici Comuni. “Saremo in piazza per difendere i diritti della Sicilia che soffre”, conclude Forgia.