Oltre 18 milioni di euro all’anno di danno per i soli automobilisti siciliani, in conseguenza di 9,1 milioni di chilometri di maggiori percorrenze e 1,6 milioni di ore di viaggio aggiuntive. E’ questa la stima dell’impatto economico dell’interruzione dell’autostrada Palermo-Catania (A19) a causa di un grave cedimento del viadotto “Imera”, travolto da una frana. I calcoli sui costi economici aggiuntivi che dovranno essere sostenuti dagli automobilisti dell’Isola viene fuori da uno studio effettuato da Studio Meta di Monza e dal laboratorio Traspol del Politecnico di Milano. A questi impatti andrebbero aggiunti quelli per i veicoli pesanti e per le autolinee di trasporto pubblico, oltre ai 30 milioni di euro già stimati per la rimessa in esercizio della tratta.
“Questo evento – si legge in un comunicato che riporta lo studio del professor Paolo Beria, del Politecnico di Milano – ha portato ancora una volta all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della vulnerabilità del nostro territorio e, di conseguenza, delle nostre infrastrutture, come già sottolineato dal ministro Delrio, e la stima dei costi sociali ed economici connessi aiuta a comprenderne l’impatto”.
“In particolare – si legge sempre nel comunicato – l’interruzione della tratta autostradale ‘Tremonzelli-Scillato’, di circa 16 km, comporta per gli autoveicoli una deviazione sul percorso di 32 km via Polizzi Generosa (Pa), resa possibile solo a seguito di verifiche straordinarie subito effettuate dagli organi competenti, dato lo stato di tali strade”. In pratica, gli automobilisti che percorrono quest’autostrada sono costretti ad inerpicarsi sulla strada di Polizzi Generosa, uno dei paesi delle Madonie, lungo una strada provinciale nella quale la manutenzione lascia molto a desiderare.
“Il modello di analisi – prosegue il comunicato – mostra però che circa un 20% del traffico che utilizzava l’A19 si sposterà su itinerari completamente alternativi, non sempre adatti a sostenere flussi di traffico elevati e dando luogo a potenziali situazioni di criticità locale”. Insomma, non è detto che tutti gli automobilisti scelgano la strada per Polizzi Generosa. Potrebbero optare per altre strade secondarie ‘rigorosamente’ prive di manutenzione: cosa, questa, comune a quasi tutte le strade provinciali della Sicilia.
“Per i mezzi pesanti – si legge ancora nel comunicato – la situazione è ancora più critica, poiché sui due percorsi alternativi è in vigore un divieto di transito per i mezzi pesanti, che sono dunque costretti a deviare via Messina o sulla Resuttano (centro della provincia di Caltanissetta ndr) – Castelbuono (altro centro delle Madonie, in provincia di Palermo ndr). Fortunatamente, è stata autorizzata l’eccezione per i pullman fino a 12 metri, che ha permesso di mantenere attiva l’importante rete di collegamenti di autobus siciliana. Sebbene ciò comporterà un costo per viaggiatori ed imprese di trasporto, questo farà sì che non vi sia un’interruzione nei servizi pubblici tra i due capoluoghi, dato che i servizi ferroviari, sebbene potenziati, non possono garantire né le frequenze né i tempi di percorrenza degli autobus”.
Insomma, gli autobus che collegano Palermo a Catania e viceversa non dovranno effettuare ulteriori deviazioni. Ma i tempi di percorrenza restano doppi: se prima l’autobus impiegata due ore e mezzo circa, ora impiega da 4 ore e mezza a 5 ore.