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March 24, 2014
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(S)consigli per gli acquisti dal Made in USA

Marcello CristobyMarcello Cristo
Immagine dallo spot pubblicitario della Cadillac

Immagine dallo spot pubblicitario della Cadillac

Time: 5 mins read

 

I telespettatori americani che si sono appassionati alle Olimpiadi invernali di Sochi a febbraio scorso hanno quasi certamente avuto modo di vedere il nuovo spot pubblicitario della Cadillac trasmesso dalla rete televisiva NBC tra una discesa libera e uno slalom gigante.

Nel filmato si vede un signore dal mascellone prominente che si muove con disinvoltura da una stanza all'altra della sua lussuosissima casa filosofeggiando sull'etica del lavoro degli americani.

"Perché lavoriamo cosí tanto?… – si chiede il signore dal bordo della sua piscina – In altri paesi la gente lavora, torna a casa con calma, magari facendo una sosta ad un caffé e va in vacanza per l'intero mese di Agosto. Tutto il mese!…" enfatizza il nostro eroe con un tono chiaramente sarcastico."Perché noi non siamo cosí?… Perché noi siamo gente motivata, che lavora duro e che crede in quello che fa! Ecco perché!". Conclude il mascellone attraversando spigliato il salotto di casa e indicando come esempio le due figlie chine su libri e quaderni intente, molto probabilmente, a far luce sulla teoria dei campi unificati. 

https://youtube.com/watch?v=o4wNMOapzyw

"In altri paesi pensano che siamo matti…" – continua il monologo – "Ma é matta gente come Bill Gates, i fratelli Wright o Mohammed Ali? Siamo matti quando puntiamo alla luna? No!…Noi ci siamo arrivati e sapete cosa? Dopo un po' ce ne siamo stancati e ce ne siamo andati lasciandoci dietro un veicolo con le chiavi e tutto. Sapete perché?… Perché sappiamo giá che noi saremo gli unici a tornarci".

Negli Stati Uniti, lo spot ha sollevato un polverone che si é rapidamente trasformato in una polemica ideologica perché il messaggio implicito nel filmato coincide esattamente con quei valori culturali celebrati dalla Destra americana: produttivitá; individualismo; autosufficienza e sfacciata ricerca del profitto. In aggiunta al contenuto iper-materialista inoltre, anche il tono dello spot esprime un certo atteggiamento sprezzante ed arrogante associato alle elites economiche di una nazione la cui disparitá sociale non é mai stata cosí pronunciata (il costo della Cadillac pubblicizzata nel filmato é di circa 75.000 dollari).

La polemica suscitata dalla pubblicitá ha assunto toni tali da essere ripresa da importanti testate giornalistiche come il Washington Post che, in un articolo firmato da Brigid Shulte, ha messo magistralmente in evidenza il fatto che dietro questa autocelebrazione tutta americana della propria etica lavorativa si celano seri e macroscopici problemi sociali. "Mentre le altre nazioni avanzate concedono ai propri lavoratori generosi periodi di vacanze pagate, lo standard americano non va oltre le due settimane all'anno (che in realtá é solo dieci giorni NdR) mentre per il 25% della popolazione attiva le vacanze non sono remunerate ". "Gli americani lavorano piú ore di qualsiasi altro paese industrializzato – ha scritto la Schulte – ad eccezion fatta del Giappone e della Corea dove hanno dovuto inventare una parola apposita (karoshi) per indicare la 'morte per eccesso di lavoro'".

Come l'articolo mette in luce inoltre, paradossalmente questo sovraccarico di lavoro di cui gli americani vanno tanto fieri, si traduce, secondo studi del Consiglio Nazionale della Ricerca e dall'Istituto Nazionale di Medicina, in una controproducente sfilza di effetti collaterali che vanno dalla maggiore incidenza di stress e malattie ad un senso di alienazione verso il lavoro che finiscono col compomettere la stessa produttivitá.

Il senso del lavoro degli americani affonda le sue radici in quel senso di virtuosa operositá tipica del Protestantesimo che, sin dai suoi inizi, ha associato la sua etica religiosa ad una fattivitá concreta nel mondo, piuttosto che all'ascetismo monastico del Cattolicesimo. 

Questa aspetto caratteristico del DNA morale e culturale dell'America costituisce uno dei fattori principali di quel dinamismo economico che ha fatto di questo paese la principale potenza industriale del pianeta.  

Nello stesso tempo peró, una cultura che conduce ai livelli di abnegazione che gli americani dimostrano per il proprio lavoro é anche un terreno fertile per tutta una serie di manipolazioni sociali da parte delle elite industriali che, negli ultimi anni sono riuscite a spremere enormi incrementi nella produttivitá del lavoro mantenendo il costo dei salari a livelli molto inferiori . Il risultato é che la stragrande maggioranza dei profitti generati da questo aumento di produttivitá é finito nelle mani di pochissimi lasciando al palo la maggioranza della popolazione. 

Questa concetto di laboriositá intrinsca nella cultura statunitense e utilizzato per spacciare come "virtú" l'acquiescenza di massa nei confronti del crescente sfruttamento della mano d'opera, é uno dei motivi per cui i movimenti sindacali hanno una tradizione molto piú limitata in America rispetto all'Europa. 

Mentre essi percepiscono la loro incondizionata dedizione al lavoro con una certa dose di orgoglioso "machismo" gli americani non si rendono conto di apparire agli occhi del resto del mondo avanzato come soggetti succubi e passivi delle pressioni della grande industria e sempre disposti a sacrificarsi e a farsi spremere un po' di piú nell'interesse supremo del profitto aziendale.

Ma ovviamente, non tutti la vedono allo stesso modo. Johnatan Hoenig ad esempio, uno dei collaboratori di Fox News, l'organo di propaganda politica del Partito Repubblicano che si spaccia per rete televisiva, ha affermato con entusiasmo che lo spot della Cadillac esprime l'essenza stessa dell'americanismo: l'interesse personale; la propensione a porre l'individuo al di sopra della collettivitá; il principio di autodeterminazione e la capacitá di lavorare duro che, secondo Hoenig, "costituiscono la vera sostanza del 'sogno americano' al contrario delle ridicole pretese come l'accesso all'istruzione superiore o all'assistenza sanitaria".

Proprio cosí: secondo i conservatori americani, l'istruzione e la capacitá di rimanere in buona salute non sono presupposti necessari al successo personale perché questo successo é il risultato di uno sforzo dell'individuo concepito in una dimensione di completo isolamento dalla sua dimensione sociale e che quindi non puó e non deve dipendere da alcuna forma di sostegno pubblico.

Ci sono un paio di aspetti comici in questa prospettiva conservatrice: il primo é che, come rivelato da David Caldwell, un portavoce della Cadillac, lo spot pubblicitario é stato originariamente concepito per pungolare i rivali delle grandi case automobilistiche europee che, secondo Caldwell: "…nel settore delle auto di lusso continuano a dominare il mercato da decenni". In altre parole, pur con tutta la sua dedizione al lavoro e produttivitá, sul mercato l'americana Cadillac non riesce comunque a battere la concorrenza di Mercedes, Jaguar, BMW e di tutti gli altri "lavativi" europei. 

Il secondo aspetto paradossale di questa storia sta nel fatto che, mentre da una parte lo spot e i suoi sostenitori conservatori esaltano il principio di autodeterminazione e il rifiuto di qualsiasi dipendenza dalle "elemosine" di stato, tutti sembrano aver dimenticato che l'unico motivo per cui la Cadillac é sopravvissuta alla bancarotta seguita alla crisi finanziaria del 2007-09 é la portentosa iniezione di capitali pubblici avvenuta proprio in quegli anni interamente a spese del contribuente.

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Marcello Cristo

Marcello Cristo

Sono nato e cresciuto a Napoli dove, nella tradizione magno-greca della mia città, mi sono laureato in Filosofia. Vivo negli Stati Uniti con la mia famiglia da oltre vent'anni facendo la spola tra New York e la California. Dall’America, ho iniziato a collaborare con pubblicazioni italiane come Il Giornale di Indro Montanelli e La Gazzetta dello Sport di Candido Cannavò e poi con il quotidiano in lingua italiana degli Stati Uniti America Oggi per il quale ho lavorato come editor, opinionista e corrispondente dalla California. Nei ritagli di tempo, sto tentando disperatamente di insegnare ai miei figli il napoletano.

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