C’è chi lo va dicendo da anni che l’Italia, anche e soprattuto quella minore, quella dei piccoli borghi e dell’alta qualità della vita, debba puntare di più sul turismo e cercare di vendere le proprie ricchezze anche all’estero. Ci crede Fabrizio Di Paola, sindaco di Sciacca, in provincia di Agrigento che proprio con questa missione è arrivato negli USA con una delegazione del Comune equipaggiata di un’arma con cui conta di conquistare gli americani: le coloratissime ceramiche tradizionali di Sciacca.
Alcuni pezzi realizzati da artigiani locali sono stati in mostra all’Istituto per il Commercio Estero di New York venerdì 4 ottobre, per un’esposizione di un giorno che è stata pretesto per presentare da questa parte dell’Atlantico le bellezze del territorio saccense.
“La ceramica a Sciacca è un’arte millenaria che affonda le radici nel 13° secolo quando fu realizzata la prima cannata, ovvero una semplice brocca. Nel tempo questo mestiere si è poi evoluto in vera e propria arte, contaminandosi delle tante influenze che le popolazioni che hanno dominato la Sicilia hanno portato nella cultura e nell’arte dell’isola” ha spiegato l’assessore a Cultura e Turismo del Comune, Salvatore Monte. Oggi i pezzi unici realizzati dagli artigiani di Sciacca si arricchiscono di nuovi stili, materiali, tecniche e colori come le ceramiche con intarsi in corallo, un’altra preziosa risorsa della cittadina siciliana.
E puntare sulle risorse locali significa anche saper coltivare le nuove generazioni: per questo Sciacca ha un liceo artistico che ha un indirizzo specifico per ceramisti. E, con le 40 botteghe esistenti in città, la ceramica offre ai giovani reali opportunità lavorative. Non sorprende, quindi, che l’amministrazione comunale abbia scelto proprio le cermiche come biglietto da visita per presentarsi all’estero.
I pezzi esposti all’ICE sono opera di artisti diversi e coprono un poco tutto lo spettro degli stili che i vari ceramisti utilizzano nel proprio lavoro: ci sono gli oggetti più tradizionali, come il piatto con i decori che hanno reso celebre la ceramica di Sciacca, ma ci sono anche lavorazioni più moderne, ai limiti dell’astratto.
La mostra ha già toccato altre città americane e canadesi e dopo New York partirà alla volta di Muscat e Tallin. “Iniziative di questo tipo – ci dice il sindaco, Fabrizio Di Paola – sono molto utili e proficue se hanno un seguito, se non sono fini a se stesse. Per questo contiamo molto sulla collaborazione con l’ICE che ci ha aperto le porte di altre città americane e con cui stiamo studiando dei metodi e dei canali per la commercializzazione di questi nostri prodotti negli USA. E questa visita in America è parte di un progetto complessivo del comune di Sciacca per promuovere il turismo nel nostro territorio. Perché anche se abbiamo scelto la ceramica per promuoverla, Sciacca non è solo ceramica e ha tanto altro da offrire”.

Fabrizio Di Paola, sindaco di Sciacca
E non si fa fatica a crederlo, stando alle immagini del filmato promozionale proiettato durante la presentazione della mostra. Dal quale scopriamo, tra l’altro, che a Sciacca ci sono delle terme con acque dalle molteplici proprietà che, tuttavia, dovrebbero e potrebbero essere potenziate. “Le terme sono una risorsa che potrebbe certamente essere meglio sfruttata – prosegue il sindaco – Abbiamo delle sorgenti, come per esempio quella che chiamiamo acqua santa, le cui acque hanno proprietà incredibili. La gente del posto sa localizzarle e conosce i benefici delle acque, ma andrebbero incanalate e sfruttate. Al momento le terme sono di proprietà della Regione a cui sono passate negli anni 50, ma io sono un grande sostenitore della privatizzazione perché solo interessi privati potrebbero stimolare al meglio lo sfruttamento di questa risorsa”.
Insomma un siciliano dalla mentalità americana, questo sindaco che è stato anche un grande fautore del progetto per la realizzazione di un resort di lusso che sta attirando turisti internazionali e che, per quanto molto osteggiato dagli ambientalisti, sembra aver portato la cittadina sulle mappe del turismo mondiale.