A molti lettori sarà sicuramente capitato di passeggiare su un prato alla fine dell’inverno. E di notare che in quella stagione la terra è una crosta dura, per effetto delle gelate, mentre l’erba che resta è come avvizzita, di un colore quasi marrone. Ripassando di lì, magari la settimana successiva, gli sarà capitato di notare che la terra è diventata più morbida; guardando meglio vi scorgerà dei piccoli fili d’erba verde che hanno rotto la crosta e stanno crescendo.
Questa metafora campestre è molto efficace per descrivere lo stato attuale dell’economia italiana: l’inverno è stato molto lungo e molto duro ma ci sono segnali di ripresa. Come esili fili d’erba, i segni + cominciano a spuntare nelle tavole statistiche, per mesi coperte pressoché unicamente di tristissimi segni –. I dati Istat di aprile mostrano, rispetto a marzo, un pallido +0,2 per cento sia per i beni di consumo non durevoli sia per i beni intermedi.
Sempre in aprile, dei tredici settori in cui l’istituto di statistica suddivide l’industria manifatturiera ben otto (quasi mai tra i maggiori) mostrano un andamento positivo rispetto a marzo.Tra questi vanno segnalati il +4,9 per cento dell’elettronica e il +2,5 per cento dei prodotti petroliferi; anche meccanica e chimica mostrano segni di risveglio. Nel confronto con l’aprile 2012, sono tre i settori industriali (farmaceutica, computer, apparecchi elettrici) con segno positivo. A giugno 2012 non ce n’era nemmeno uno.
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