Dopo l’attacco avvenuto nella notte fra martedì e mercoledì, definito dalle forze armate ucraine il più potente subito dall’inizio della guerra, sono proseguiti nella notte fra mercoledì e giovedì gli attacchi russi, questa volta su Kiev. Le autorità militari del paese hanno riferito che la città è “minacciata” dai missili balistici e hanno invitato i residenti a dirigersi verso i rifugi più vicini. A causa dell’attacco sarebbero morte 2 persone, 16 sarebbe il numero ufficiale di feriti. Sono continuati gli attacchi nella parte orientali del paese e in particolare nella città di Kostiantynivka, che si trova nella regione di Donetsk. Prima di mezzogiorno (ora italiana) di giovedì arriva inoltre la notizia dell’assassinio a colpi di arma da fuoco di un colonnello del Servizio di Sicurezza Ucraino (Sbu) nella città di Kiev, l’assassino ha sparato cinque colpi di pistola per poi fuggire.
“Questa notte, la Russia ha lanciato un massiccio attacco combinato durato quasi dieci ore. Diciotto missili, inclusi missili balistici, e circa 400 droni d’attacco, di cui quasi 200 erano Shaheed. Questa è un’evidente escalation del terrore da parte della Russia […]” ha scritto su Telegram il presidente ucraino Zelensky. “I partner devono essere più rapidi con gli investimenti nella produzione di armi e nello sviluppo tecnologico”, ha aggiunto. “Serve una risposta dura ad attacchi russi di questo tipo. Ed è esattamente ciò che faremo”, ha scritto in seguito su X. Concetti ribaditi alla conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina di giovedì. Zelensky si trova attualmente a Roma, dove ha incontrato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Papa. Entrambi hanno ribadito il loro sostegno alla causa di Kiev, il Papa è stato invitato da Zelensky in Ucraina. Leone XIV ha inoltre rilanciato il Vaticano come sede per i colloqui di pace, anche se Putin si era già detto contrario.
Sul piano diplomatico ci sono gli sviluppi che seguono all’annuncio di Trump di continuare ad aiutare militarmente l’Ucraina, in particolare con 10 missili intercettori Patriot PAC-3 e con un altro sistema missilistico antiaereo. Un cambio di passo da parte di Trump, che ci ha largamente abituato ad uscite umorali e ondivaghe, fattore che potrebbe rivelarsi utile in politica estera. All’incontro alla Casa Bianca il presidente ucraino venne trattato a pesci in faccia, con battute anche sul suo abbigliamento: “oggi si è vestito bene”, fu la frase con cui venne accolto alla Casa Bianca. Qualche giorno fa Trump ha cambiato decisamente idea, un primo segnale pubblico fu la solidarizzazione con la giornalista ucraina che parlava del marito al fronte. Poi l’attacco a Putin: “dice un sacco di str***e”. Un segnale più datato risale alle dichiarazioni uscite di recente e risalenti al 2024, quando Trump era ancora un potenziale candidato alla presidenza. In quell’occasione, in una conversazione privata, Trump si lasciò andare a dichiarazioni forti sia contro Putin che contro Xi-Jinping, affermando che avrebbe bombardato entrambi se avessero fatto mosse militari ardite, il primo in Ucraina, il secondo a Taiwan.
Il Cremlino ha inevitabilmente dovuto rispondere. In merito alle dichiarazioni del 2024 di Trump, è intervenuto mercoledì il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: “che siano un falso o no, non lo sappiamo nemmeno noi. Oggi ci sono molti fake; spesso ce ne sono molti più di informazioni reali. Partiamo sempre da questo quando analizziamo certe notizie”. Dubitare della veridicità sembra niente di più che un’ottima mossa per sminuire la questione, con tutte le capacità che possono essere attribuite all’intelligenza artificiale, le dichiarazioni diffuse dalla Cnn sembrano del tutto reali.
Anche sulla questione della rinnovata volontà di inviare armamenti da parte americana i vertici russi al momento hanno cercato di ridimensionare la questione. A questo proposito Peskov ha dichiarato: “Siamo tranquilli. Trump, in generale, ha uno stile di linguaggio piuttosto forte, ma noi contiamo di continuare il nostro dialogo con Washington. E nonostante la decisione di riprendere le consegne di armi all’Ucraina, anche se nessuno aveva mai interrotto le forniture, il presidente americano continuerà a impegnarsi per portare il processo di risoluzione della questione ucraina sul piano politico-diplomatico. Trump ha anche detto che la ricomposizione del conflitto è molto più complicata di quanto egli pensasse all’inizio: è quello che diciamo fin dall’inizio. Tra noi e gli Usa non c’è alcun disaccordo. C’è invece il desiderio di risolvere il problema con mezzi politici e diplomatici, e di farlo molto rapidamente. Ma la complessità della sostanza, la complessità del problema non permette di farlo all’istante”.