Si allarga la frattura tra Donald Trump e la Chiesa cattolica statunitense. Dopo aver storto il naso per la stretta anti-immigrazione voluta dalla Casa Bianca, stavolta nel mirino dei porporati nordamericani è finito il Big Beautiful Bill, la maxi-manovra approvata nei giorni scorsi dal Congresso e firmata venerdì dal presidente.
A guidare la carica è stato l’arcivescovo Timothy P. Broglio, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB), che in una dichiarazione diffusa alla stampa ha condannato senza appello il pacchetto di norme: “La versione finale del provvedimento include tagli inaccettabili all’assistenza sanitaria e alimentare, agevolazioni fiscali che aumentano l’ineguaglianza, misure sull’immigrazione che colpiscono famiglie e bambini, e riduzioni a programmi che tutelano il creato di Dio”.
A preoccupare l’episcopato cattolico sono soprattutto i tagli strutturali ai programmi di assistenza sanitaria e alimentare, che secondo l’Ufficio bilancio del Congresso potrebbero lasciare senza copertura medica fino a 12 milioni di americani nel prossimo decennio. Il programma Medicaid, che garantisce l’accesso alle cure ai cittadini a basso reddito e ai disabili, viene sottoposto a requisiti più stingenti, ossia obblighi lavorativi per gli adulti senza figli minori, controlli semestrali sul reddito, vincoli più severi sulla residenza e una riduzione delle aliquote fiscali usate dagli Stati per finanziare la loro quota del programma.
Sul fronte dell’alimentazione, il provvedimento interviene sul programma SNAP (Supplemental Nutrition Assistance Program), imponendo agli Stati un co-finanziamento progressivo — tra il 5% e il 15% — in caso di errori superiori al 6% nell’erogazione dei sussidi per la spesa. Previsti anche obblighi di lavoro per i beneficiari adulti senza carichi familiari. Le nuove regole entreranno in vigore nel 2028.
“Il testo — ha aggiunto Broglio — infligge i danni maggiori proprio ai più vulnerabili della nostra società. Come leader religiosi, non possiamo restare in silenzio”.
Alla condanna dell’USCCB si sono uniti altri leader religiosi, sia cristiani che ebrei. Una coalizione interconfessionale aveva già inviato nei giorni precedenti una lettera ai senatori, chiedendo modifiche sostanziali alla legge e avvertendo che i fondi stanziati per le deportazioni “separeranno famiglie statunitensi, danneggeranno bambini cittadini e immigrati, e destabilizzeranno le comunità locali”.
Durissima anche la posizione della rabbina Jill Jacobs, direttrice dell’organizzazione T’ruah, impegnata nella difesa dei diritti umani: “Questa legge ripropone i peccati di Sodoma: arroganza, crudeltà e egoismo. Temevamo un tradimento, e ne abbiamo ricevuto uno. Non è una legge bella e giusta, ma un disastro con costi devastanti per la vita, la libertà e la dignità”.
Cosa contiene la legge
La manovra prevede l’estensione permanente dei tagli fiscali approvati nel 2017, che avevano già ridotto le imposte per le imprese e per le persone fisiche in quasi tutte le fasce di reddito. Le nuove misure ampliano le deduzioni standard di 1.000 dollari per i singoli e di 2.000 per le coppie fino al 2028. È prevista inoltre una detrazione aggiuntiva di 6.000 dollari per i cittadini con più di 65 anni che guadagnano meno di 75.000 dollari annui.
Sul piano dell’immigrazione, la legge assegna 100 miliardi di dollari all’ICE, l’agenzia federale incaricata del controllo dei confini. I fondi serviranno ad aumentare la capacità dei centri di detenzione e ad assumere nuovo personale. La spesa per la difesa verrà incrementata di 150 miliardi, con fondi destinati alla cantieristica navale e a un nuovo progetto di scudo antimissilistico, il cosiddetto “Golden Dome”.
Previsto anche l’innalzamento del tetto del debito pubblico di 5.000 miliardi di dollari, per consentire al governo federale di finanziare programmi già approvati dal Congresso.
Un altro elemento che ha attirato critiche da parte dei vescovi è la graduale eliminazione dei crediti d’imposta per le energie rinnovabili. Il testo prevede che le aziende che inizieranno la costruzione di impianti eolici o solari nel 2025 potranno usufruire del pieno credito fiscale; l’aliquota scenderà al 60% nel 2026, al 20% nel 2027, fino alla cessazione definitiva degli incentivi nel 2028. Sono escluse dalle agevolazioni le aziende con catene di approvvigionamento collegate a “entità straniere ostili”, in particolare cinesi.
Sui diritti sociali, la legge recepisce solo in parte alcune proposte conservatrici: il taglio ai fondi federali per Planned Parenthood resta limitato a un anno, e le restrizioni previste sulle procedure di transizione di genere per i minori sono state escluse dal testo finale.
La Conferenza episcopale aveva già inviato una lettera formale ai parlamentari durante la fase di negoziazione, chiedendo “modifiche drastiche” ai passaggi più critici. Ma quelle modifiche non sono mai arrivate. “Siamo chiamati“, conclude Broglio, “a rinnovare l’impegno per politiche che difendano la dignità umana e il bene comune. Oggi questo impegno è più urgente che mai”.