Le fattorie verticali stanno guadagnando terreno negli Stati Uniti come risposta innovativa alla crisi climatica, alla scarsità d’acqua e ai deserti alimentari urbani. A Mesa, in Arizona – una delle regioni più colpite dalla siccità – la True Garden produce quasi 7 tonnellate di verdure al mese, utilizzando il 90-98% in meno d’acqua rispetto all’agricoltura tradizionale.
Questo è possibile grazie all’impiego di torri aeroponiche, che funzionano senza suolo e con luce naturale. Le piante crescono in colonne verticali, con le radici sospese nell’aria. Un sistema automatizzato nebulizza una soluzione di acqua e nutrienti direttamente sulle radici a intervalli regolari. Successivamente l’acqua in eccesso viene raccolta e riutilizzata, rendendo il processo estremamente efficiente.
Come spiegano gli esperti del settore, con questa tecnologia si possono coltivare ortaggi come lattuga, cavolo, spinaci ed erbe aromatiche, in modo continuo durante tutto l’anno, anche nei mesi più caldi, grazie all’uso di energie rinnovabili e sistemi di raffreddamento.
I sostenitori della vertical farming evidenziano il potenziale riuso degli edifici abbandonati nei centri urbani per trasformarli in fattorie verticali, offrendo così cibo fresco a comunità che ne sono oggi prive.
Tuttavia, questa forma di agricoltura presenta anche delle criticità. È infatti ad alta intensità energetica, a causa dell’uso di luci artificiali e di sistemi di climatizzazione. Un recente studio del Resource Innovation Institute (RII), – che promuove l’efficienza delle risorse nell’agricoltura in ambiente controllato (CEA) -, condotto su 12 aziende agricole indoor, ha mostrato che in alcuni casi il consumo energetico per metro quadrato è paragonabile a quello di un ospedale.
Nonostante ciò, il rapporto “CEA Energy & Water Benchmarking Report” ha evidenziato come l’agricoltura in ambiente controllato possa ridurre significativamente l’uso complessivo di risorse. A supporto di questo, RII ha avviato il progetto “CEA Footprint Project”, per sviluppare metodi standardizzati che permettano di misurare e confrontare l’impatto ambientale delle vertical farm in termini di consumo di acqua, energia e emissioni di anidride carbonica (CO₂).