La giornata di apertura del Conclave in Vaticano per l’elezione del prossimo Papa si è conclusa con una fumata nera: i cardinali non hanno eletto il successore di Bergoglio. Finché non troveranno la maggioranza rimarranno reclusi nella Cappella Sistina.
La Chiesa Cattolica sa come condurre cerimonie spettacolari: con una lunga processione di cardinali è iniziata nella Basilica di San Pietro la Messa “Pro Eligendo Romano Pontifice”, atto d’inizio del Conclave. A presiedere il rito, il Decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re. Presenti in Basilica 220 porporati concelebranti giunti da tutto il mondo, ai quali vanno aggiunti altri 120 tra porporati, vescovi e sacerdoti che partecipano alla messa.
Il nuovo Romano Pontefice sarà il 267° e la sua scelta fin nei dettagli è normata e stabilita dalla Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis” di Papa Giovanni Paolo II.
La funzione liturgica anticipa nel pomeriggio alle ore 16.30 in Italia, l’ingresso nella Cappella Sistina dei 133 cardinali che eleggeranno il nuovo Papa. Per raggiungerla la Costituzione apostolica indica con precisione che i porporati dovranno ritrovarsi nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico vaticano, attigua alla Cappella Sistina, “in abito corale” per quindi recarsi verso la Cappella Sistina “in solenne processione e invocando col canto del ‘Veni creator’ l’assistenza dello Spirito Santo”.
Chi vota e come si vota
Solo i cardinali che non hanno ancora raggiunto gli 80 anni possono votare. Più di 50 degli elettori cardinali sono europei, con l’Italia in testa. Dieci provengono dagli Stati Uniti, 23 dall’Asia, 21 dall’America Centrale e Meridionale, e 18 dall’Africa.
I cardinali consegneranno i loro telefoni; la cappella è già stata controllata per eventuali microspie e sono stati installati dispositivi di disturbo. Ciascuno giurerà un voto di segretezza. Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie proclamerà “extra omnes” – tutti fuori. Tutti i presenti, eccetto i cardinali elettori e un ristretto numero di ufficiali e medici, lasceranno la cappella e le porte saranno chiuse a chiave.
Non sono previsti discorsi all’interno della cappella – tutti i dibattiti sono stati già tenuti nelle riunioni delle giornate precedenti. Il primo scrutinio avverrà nel pomeriggio di mercoledì. In seguito, si terranno quattro votazioni al giorno finché un candidato non raggiungerà la maggioranza dei due terzi: due la mattina, due il pomeriggio. I cardinali elettori faranno una pausa pranzo verso le 12:30, per poi tornare nel pomeriggio in Sistina. A fine giornata reciteranno insieme i vespri e faranno ritorno a Casa Santa Marta per la cena. Poiché a Santa Marta ci sono solo 120 stanze, sono stati predisposti alloggi supplementari in una residenza vicina. Se dopo tre giorni non si raggiunge un risultato, i cardinali possono prendersi una giornata di pausa per pregare e riflettere.
A ciascun cardinale sarà assegnata una scrivania, su cui ci saranno una penna e un mazzo di schede con scritto in alto Eligo in summum pontificem. Scrivono il nome del loro candidato preferito, piegano la scheda a metà e la inseriscono in un’urna di bronzo. Ogni giorno vengono scelti a sorte tre scrutatori e tre revisori.

Le fumate
Le schede vengono contate e ricontate, poi infilate con un ago – forando la parola eligo – per formare un fascio. Le schede vengono bruciate in una stufa con l’aggiunta di coloranti: se non c’è un risultato, per far uscire fumo nero; se c’è un vincitore, il fumo bianco. Ci sono solo due fumate al giorno, a fine mattinata e a fine pomeriggio, a meno che il collegio non ottenga un vincitore.
Il fumo esce da un comignolo installato sul tetto. Quando esce fumo bianco dal camino, suonano anche le campane, segnalando alla folla fuori che habemus papam: abbiamo un papa.
Cosa succede al nuovo papa?
Il decano del Collegio Cardinalizio chiede all’eletto: “Accetti la tua elezione canonica a sommo pontefice?” Se accetta, deve scegliere il suo nome papale. I cardinali gli giurano obbedienza. Poi viene condotto nella cosiddetta “Stanza delle Lacrime”, dove si cambia dall’abito cardinalizio scarlatto alla veste papale bianca. Solitamente vengono preparate in anticipo tre taglie: piccola, media e grande. Questa volta si pensa che il Vaticano riutilizzerà le vesti preparate per conclavi precedenti, in omaggio ai desideri di sobrietà espressi dal defunto Papa Francesco: la storia sartoria papale non è stata incaricata di fornire nuovi abiti.
Il nuovo papa viene quindi accompagnato al balcone principale della Basilica di San Pietro per salutare la folla.
Quanto durerà il conclave?
Potrebbe durare da poche ore a, in teoria, settimane; l’auspicio dei cardinali nei giorni scorsi è stato per un conclave di “due o tre giorni”.