Ancora una fumata nera al Vaticano, dove si sta svolgendo la seconda giornata del Conclave. Al momento, i cardinali presenti presso la Cappella Sistina, sotto gli affreschi di Michelangelo, non hanno ancora trovato il successore di Papa Francesco.
La seconda fumata nera è arrivata poco prima delle 12. La prossima fumata è prevista per le ore 19 di questa sera. Se i 133 cardinali votanti dovessero trovare un’intesa sul nome del prossimo Pontefice, però, quest’ultima potrebbe essere anticipata al pomeriggio, intorno alle 17.30.
Nel frattempo, questa mattina il cardinale Giovanni Battista Re ha dichiarato: “Auspico che questa sera tornando a Roma trovi già la fumata bianca”.
Mercoledì sera, anche la prima votazione per l’elezione del prossimo Papa si era conclusa con una fumata nera – arrivata con grande ritardo rispetto alle 19, l’ora attesa dalle telecamere di tutto il mondo.
Il nuovo Romano Pontefice sarà il 267° e la sua scelta fin nei dettagli è normata e stabilita dalla Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis” di Papa Giovanni Paolo II.
La messa Pro Eligendo Pontefice mercoledì mattina con la spettacolare presenza dei porporati in San Pietro è stato il primo atto, poi nel pomeriggio l’ingresso nella Cappella Sistina dei 133 cardinali elettori “in solenne processione e invocando col canto del ‘Veni creator’ l’assistenza dello Spirito Santo”.
Chi vota e come si vota
Solo i cardinali che non hanno ancora raggiunto gli 80 anni possono votare. Più di 50 degli elettori cardinali sono europei, con l’Italia in testa. Dieci provengono dagli Stati Uniti, 23 dall’Asia, 21 dall’America Centrale e Meridionale, e 18 dall’Africa.
I cardinali consegnao i loro telefoni; la cappella è stata controllata per eventuali microspie e sono stati installati dispositivi di disturbo. Ciascuno ha giurato un voto di segretezza. Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie ha proclamato “extra omnes” – tutti fuori.
Tutti i dibattiti sono stati già tenuti nelle riunioni delle giornate precedenti. Si tengono quattro votazioni al giorno finché un candidato non raggiungerà la maggioranza dei due terzi: due la mattina, due il pomeriggio. I cardinali elettori fanno una pausa pranzo verso le 12:30, per poi tornare nel pomeriggio in Sistina. A fine giornata recitano insieme i vespri e fanno ritorno a Casa Santa Marta per la cena. Poiché a Santa Marta ci sono solo 120 stanze, sono stati predisposti alloggi supplementari in una residenza vicina. Se dopo tre giorni non si raggiunge un risultato, i cardinali possono prendersi una giornata di pausa (sabato) per pregare e riflettere.
A ciascun cardinale è assegnata una scrivania, su cui ci sono una penna e un mazzo di schede con scritto in alto Eligo in summum pontificem. Scrivono il nome del loro candidato preferito, piegano la scheda a metà e la inseriscono in un’urna di bronzo. Ogni giorno vengono scelti a sorte tre scrutatori e tre revisori.

Le fumate
Le schede vengono contate e ricontate, poi infilate con un ago – forando la parola eligo – per formare un fascio. Le schede vengono bruciate in una stufa con l’aggiunta di coloranti: se non c’è un risultato, per far uscire fumo nero; se c’è un vincitore, il fumo bianco. Ci sono solo due fumate al giorno, a fine mattinata e a fine pomeriggio, a meno che il collegio non ottenga un vincitore.
Il fumo esce da un comignolo installato sul tetto. Quando esce fumo bianco dal camino, suonano anche le campane, segnalando alla folla fuori che habemus papam: abbiamo un papa.
Cosa succede al nuovo papa?
Il decano del Collegio Cardinalizio chiede all’eletto: “Accetti la tua elezione canonica a sommo pontefice?” Se accetta, deve scegliere il suo nome papale. I cardinali gli giurano obbedienza. Poi viene condotto nella cosiddetta “Stanza delle Lacrime”, dove si cambia dall’abito cardinalizio scarlatto alla veste papale bianca. Solitamente vengono preparate in anticipo tre taglie: piccola, media e grande. Questa volta si pensa che il Vaticano riutilizzerà le vesti preparate per conclavi precedenti, in omaggio ai desideri di sobrietà espressi dal defunto Papa Francesco: la storica sartoria papale non è stata incaricata di fornire nuovi abiti.
Il nuovo papa viene quindi accompagnato al balcone principale della Basilica di San Pietro per salutare la folla.
Quanto durerà il conclave?
Potrebbe durare in teoria settimane; l’auspicio dei cardinali nei giorni scorsi è stato per un conclave di “due o tre giorni”.