Martedì, nel corso di una visita all’azienda BSP Pharmaceuticals di Latina, in occasione della celebrazione della Festa del lavoro, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato a parlare dei dazi globali sulle importazioni promossi dal leader statunitense Donald Trump.
“Si affacciano nuovi rischi, derivanti dalle prospettive di un ampio ricorso ai dazi, antica forma di prove di forza, che possono ostacolare il diritto all’accesso alle cure, alla salute, per ogni popolo del mondo, specialmente i più poveri ed i più fragili”, ha dichiarato Mattarella durate il suo discorso.
“Tali prospettive-ha aggiunto-producono inoltre effetti negativi sull’economia globale. Effetti che possono interpellare anche il nostro Paese”.
Non è la prima volta che il Presidente della Repubblica prende la parola su una vicenda alquanto spinosa, che rischia di avere ripercussioni alquanto pesanti sui mercati mondiali.
Già lo scorso marzo, infatti, a pochi giorni dalla proclamazione delle tariffe di Trump, Mattarella affermò che “per la pace servono i mercati aperti”, invitando al contempo l’unione europea a reagire “con calma ma con determinazione per contrastare scelte di applicazione dei dazi così immotivate e così generali”.
“Speriamo che il buon senso prevalga”, affermò al tempo il capo dello Stato, “I dazi creano ostacoli ai mercati, penalizzano i prodotti di qualità e questo per noi è inaccettabile. Dovrebbe esserlo per tutti”.
“I rapporti commerciali creano collaborazione e rapporti di fiducia tra i paesi e questa fiducia garantisce la pace”, aggiunse, “L’UE può contrastare le scelte relative all’imposizione di tariffe immotivate. L’Europa è un soggetto forte e autorevole, bisogna interloquire con calma ma anche con determinazione”.
Molto più cauta su tale questione, invece, è stata la premier italiana, Giorgia Meloni, ospite di Trump alla Casa Bianca non più di due settimane fa.
Martedì, il presidente del Consiglio ha affermato che i tempi per un possibile vertice tra il leader MAGA e l’UE non sono ancora maturi.
“Penso che man mano che si lavora a livello tecnico per capire i margini di un possibile accordo, si avvicini anche la possibilità di un incontro politico”, ha spiegato la premier, “Non abbiamo mai dato una data. Oggi i tempi non sono ancora maturi. Se Roma può essere la sede giusta, perché il nostro Paese viene visto come amico, credo che sarà un grande riconoscimento. Ma anche se fosse altrove, a Bruxelles o ovunque, penso di poter dire che qualche merito lo avrò avuto”.