La Biomedical University Foundation, con sede a Roma, e la sua espressione negli USA – Friends of Ucbm nascono per sostenere i pilastri della missione dell’Università Campus Bio-Medico di Roma: formazione, ricerca scientifica e assistenza sanitaria, sempre con una profonda attenzione alla dimensione umana della cura. Lunedì 7 aprile 2025, tutto questo ha preso forma in uno spazio preciso: 155 East 44th Street, New York. Qui, in un edificio affacciato sul flusso continuo di Manhattan, si è tenuta una serata ospitata da Jim McCann, fondatore e presidente di 1-800-Flowers.
L’appuntamento ha riunito una rete affiatata di sostenitori, amici e nuovi interlocutori, in un clima informale, fatto di conversazioni, condivisione e progetti in evoluzione. Tra un brindisi e l’altro, è emersa una forte sensazione di comunità, capace di superare le distanze geografiche e di continuare a crescere intorno a una visione concreta di educazione e attenzione alla persona, da sempre al centro dell’impegno dell’Università.

Alessandro Pernigo, Presidente della Biomedical University Foundation e Vicepresidente dell’Università stessa, ha raccontato il significato più profondo dell’iniziativa: formare studenti eccellenti dal punto di vista accademico senza perdere il senso della relazione e dell’ascolto; prendersi cura dei pazienti non solo con le terapie, ma anche con empatia e presenza. “Preparare professionisti competenti e ricchi di valori” – ha sottolineato – “non è uno slogan, ma una missione autentica”. Tra gli ospiti della serata Tom Cox e Bradley Robins, rispettivamente Presidente e Segretario Generale dei Friends of UCBM, insieme al consulente per la raccolta fondi Erik Dyson e ad altri partner che in questi anni hanno accompagnato lo sviluppo internazionale del progetto.
Ha trovato spazio anche la memoria – quella che richiama le figure che hanno tracciato i primi passi di questa storia: Joaquín Navarro-Valls, che per primo intuì la necessità di una fondazione in grado di mettere in dialogo scienza e coscienza. La famiglia di Alberto Sordi che ha donato una parte dei terreni su cui oggi sorge il Campus, rendendo possibile la creazione di un centro di ricerca e assistenza dedicato alla popolazione anziana, in linea con il desiderio dell’attore. E poi Paolo Arullani, Gianni Letta, Giovanni Malagò, Luisa Todini: figure che, attraverso il loro ruolo nell’Advisory Board, hanno offerto punti di vista diversi e una presenza solida nel percorso dell’Università.
Guardando avanti, la Fondazione ha annunciato il prossimo Fall Trip, in programma dal 10 al 12 ottobre: tre giorni per conoscere dall’interno sia il Giubileo che la vita del Campus, attraverso un itinerario che unisce spiritualità, cultura e convivialità. Il programma prevede Messe in cappelle solitamente chiuse al pubblico, visite riservate ai Musei Vaticani e occasioni informali di scambio, nel segno della tradizione romana. Chi ha già partecipato negli anni passati racconta l’esperienza non come un semplice viaggio, ma come un momento per fermarsi, osservare, sentirsi parte di qualcosa.
Quello che si sta costruendo tra Trigoria e Manhattan non è una strategia né un progetto da manuale. È un cammino che tiene insieme luoghi, persone e visioni, nato dal desiderio di non separare la preparazione tecnica dall’attenzione umana. Mentre negli Stati Uniti l’università viene spesso messa in discussione e in Italia si continuano a tagliare risorse, il Campus Bio-Medico sceglie un’altra strada: investire dove altri si fermano, aprire possibilità invece di chiuderle, costruire relazioni che resistono nel tempo. Non per crescere a tutti i costi, ma per restare fedele a un principio essenziale: prendersi cura, prima di tutto, vuol dire esserci.