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Trump silura il Gen. Timothy Haugh, capo della cybersicurezza USA

Il presidente avrebbe agito sotto consiglio di Laura Loomer

Massimo JausbyMassimo Jaus
Trump silura il Gen. Timothy Haugh, capo della cybersicurezza USA

General Timothy D.Haugh is Commander, U.S. Cyber Command and Director - U.S. Cyber Command, Public domain, via Wikimedia Commons

Time: 4 mins read

Continuano le epurazioni tra le alte sfere della Difesa. Il presidente Donald Trump ha licenziato il generale dell’aeronautica Timothy Haugh, direttore della National Security Agency, anche a capo dello U.S. Cyber ​​Command. Insieme a lui, è stata rimossa anche Wendy Noble, la sua vice alla NSA, assegnata ad un’altra mansione al Pentagono. Al loro posto, ci sono rispettivamente il vice del Cyber ​​Command, William Hartmann, e la direttrice esecutiva della NSA, Sheila Thomas.

Haugh ricopriva una delle posizioni più importanti nel governo in materia di sicurezza nazionale. Era responsabile della supervisione di decine di migliaia di dipendenti militari e civili che raccolgono informazioni su avversari stranieri, salvaguardando al contempo la sicurezza informatica dagli attacchi degli hacker.

Wendy Noble – Credit: NSA website (prima che la pagine venisse cancellata)

Giovedì sera, la Casa Bianca aveva licenziato tre funzionari del Consiglio per la Sicurezza Nazionale al centro dello scandalo “Signalgate”: i membri del Governo avevano condiviso informazioni riservate su un’offensiva nello Yemen su Signal dopo che l’ufficio del Consigliere per la Sicurezza Nazionale aveva erroneamente invitato alla riunione anche il direttore di The Atlantic, Jeffrey Goldberg. Per 4 giorni, il giornalista aveva seguito le conversazioni dei più stretti collaboratori di Trump mentre preparavano i bombardamenti contro gli Houthi, per poi raccontare la sua esperienza sul settimanale.

Secondo CNN, la “purga” all’interno dell’Amministrazione sarebbe stata decisa dopo l’incontro di Trump con l’attivista di estrema destra Laura Loomer, la “pasionaria” MAGA che alimenta le folli dietrologie sugli attacchi dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle e quelle degli haitiani che mangiano i cani e i gatti dei vicini a Springfield, in Ohio.

Un “vecchio” rapporto questo tra il presidente e Loomer, nato nell’estate del 2017 quando la donna venne arrestata per aver interrotto una rappresentazione del “Giulio Cesare” allo “Shakespeare in the Park” a Manhattan salendo sul palco subito dopo che i congiurati avevano ucciso il “tiranno”.  All’epoca la ​​produzione del Delacorte Theatre aveva presentato un Giulio Cesare trumpiano con la moglie Calpurnia che aveva l’accento sloveno. Questo incidente è stato l’inizio da parte di Trump di un accostamento alla destra americana più becera che confonde e si confonde nelle teorie più astruse dei QAnon con cospirazioni, profezie bibliche, razzismo, dove tutto, ma proprio tutto, è collegato. Dove il “Deep State” tira i fili del mondo. Da allora Loomer è stata coinvolta in politica come una consulente di Trump. Si è candidata per due volte senza successo al Congresso, nel 2020 e nel 2022, per il Sud della Florida. Cacciata dai siti per il suo rancoroso razzismo, è nemica giurata di Elon Musk che l’ha bandita da X, per poi riprenderla dopo l’intervento di Trump, a causa di uno scontro pubblico sull’uso dei visti per l’immigrazione qualificata che secondo la Loomer danneggiano l’agenda “America First”. 

L’anno scorso, Loomer ha accompagnato l’allora candidato repubblicano nei suoi viaggi per l’anniversario dell’11 settembre a New York e in Pennsylvania ed è stata anche vista uscire dall’aereo quando Trump era atterrato a Philadelphia per il dibattito con la sua avversaria elettorale, l’allora vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris. Loomer ha detto che era stata invitata in quei giorni come ospite.

Laura Loomer (Ph:YouTube/Laura Loomer Channel)

Secondo l’Associated Press, in una riunione che si è tenuta mercoledì nello Studio Ovale, Loomer ha spinto Trump a fare piazza pulita dei funzionari del Consiglio per la Sicurezza Nazionale per non essere stati sufficientemente leali nel rispondere alle domande sui motivi che avevano spinto i leader della sicurezza e del Pentagono a usare la piattaforma Signal, contravvenendo tutte le regole. Il presidente, secondo l’Associated Press, avrebbe approvato la sua valutazione e ha licenziato Haugh e Noble con Loomer che ha pubblicato su X venerdì mattina una serie di attacchi contro i democratici. 

Ma come spesso succede con Trump una volta scoperto un macroscopico errore nella sua Amministrazione, anziché porvi rimedio, viene punito chi è in odore di slealtà. L’errore comunque non viene corretto né tantomeno ammesso.

Giovedì, ha preso il via una indagine interna del Pentagono sul segretario alla Difesa, Pete Hegseth, coinvolto nella vicenda Signalgate. Ne ha dato notizia l’ufficio dell’Ispettore Generale del Pentagono. L’indagine servirà ad accertare “in che misura il segretario alla Difesa e altro personale del Dipartimento della Difesa abbiano rispettato le politiche e le procedure del Dipartimento della Difesa sull’uso di un’applicazione di messaggistica commerciale per questioni ufficiali”, si legge in una nota.

Il presidente non ha finora licenziato nessuno dei suoi ministri che hanno preso parte alla chat su Signal anche se diversi membri del suo consiglio alla sicurezza nazionale sarebbero in bilico. Fra questi, il consigliere Mike Waltz, accusato anche di aver usato il suo account Gmail per le comunicazioni governative e di aver creato almeno 20 chat su Signal per coordinare il lavoro ufficiale su questioni sui principali dossier di politica estera come Ucraina, Cina, Gaza, Africa ed Europa. 

Pubblicamente Trump continua a sostenere Waltz ma dietro le quinte starebbe chiedendo ai suoi se dovrebbe cacciarlo o meno. Per ora ha deciso di non rimuoverlo per non darla vinta ai democratici e ai media.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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