Papa Francesco ha nominato arcivescovo di Washington il cardinale Robert McElroy, 71 anni, figura chiave della Chiesa cattolica americana. La nomina risale a gennaio ma ora il Washington Post gli dedica un lungo profilo, a firma dell’opinionista E.J. Dionne Jr, per dire che è l’uomo giusto al momento giusto, “perfettamente adatto” ai tempi. McElroy è un progressista, vicino al Pontefice e con un passato accademico in scienze politiche a Harvard e Stanford, noto per il suo impegno su giustizia sociale, migranti, clima e inclusione.
“Il nuovo arcivescovo di Washington è un progressista, che parla chiaro ed è pronto a farsi valere” titola il Post; già vescovo di San Diego, McElroy è stato spesso bersaglio della destra cattolica per le sue posizioni aperte su LGBTQ+, aborto e comunione.
Ma, secondo il quotidiano della capitale, è proprio questa sua capacità di coniugare fermezza morale, empatia pastorale e cultura del dialogo che lo rende l’uomo giusto per guidare i cattolici nella capitale americana, in un momento segnato da tagli ai servizi pubblici, tensioni politiche, e crisi di fede tra i giovani. La sua nomina è vista come un messaggio forte: la Chiesa deve essere più vicina ai poveri che al potere, più accogliente che giudicante.
McElroy era stato nominato cardinale da Bergoglio nel 2022.
Ha scritto frequentemente e ampiamente sulla disuguaglianza sociale e sulla missione di giustizia sociale della Chiesa. Nella sua prima apparizione pubblica a San Diego si era impegnato a difendere la causa dei senzatetto, a sostenere una riforma globale dell’immigrazione e a vietare a chiunque abbia abusato di minori di prestare servizio nel clero o di avere altri impieghi nella diocesi.
In una discussione per il documento del 2015 “Forming consciences for faithful citizenship” della Conferenza episcopale statunitense, McElroy ne chiese l’intera riscrittura sostenendo che si concentrava troppo sull’aborto e l’eutanasia, “questioni centrali nel nostro sforzo di trasformare questo mondo” ma “anche la povertà e il degrado della terra sono centrali. Ma questo documento mantiene la struttura della visione del mondo del 2007. Prende posizione contro l’aborto e dell’eutanasia ed esclude la povertà e l’ambiente”. I suoi commenti irritarono il cardinale Daniel DiNardo, che allora era vicepresidente della Conferenza episcopale Usa e che in seguito ne è divenuto presidente.
In un discorso tenuto il 17 febbraio 2016 McElroy invitò i cattolici “a riconoscere e affrontare la brutta ondata del bigottismo anti-islamico” negli Stati Uniti, denunciando come “ripetute falsità” le affermazioni secondo le quali l’Islam sarebbe una religione violenta, e confrontando queste accuse con l’anticattolicesimo diffuso negli Usa nel XIX secolo.
McElroy, come la maggior parte dei membri della gerarchia ecclesiastica, tra cui papa Francesco e la Conferenza episcopale, si è opposto ai piani del presidente americano Donald Trump di costruire un muro lungo il confine tra il Messico e gli Stati Uniti d’America per limitare l’immigrazione clandestina. Nel marzo del 2018 Trump visitò la California per ispezionare i prototipi del muro. Dopo la visita, McElroy – da vescovo di San Diego, città di confine – disse “È un giorno triste per il nostro paese quando scambiamo il simbolismo maestoso e pieno di speranza della Statua della Libertà con un muro inefficace e grottesco, che mostra e infiamma le divisioni etniche e culturali che a lungo hanno fatto parte della nostra storia nazionale”.
E ancora: durante un incontro del 2018, alcuni cattolici laici chiesero a McElroy conto di un uomo apertamente gay, Aaron Bianco, che lavorava nella parrocchia di San Giovanni Evangelista. McElroy disse allora “Se la Chiesa eliminasse tutti gli impiegati che non stanno vivendo gli insegnamenti della Chiesa nella sua pienezza, impiegheremmo solo angeli”.