L’ondata di letali attacchi aerei che ha spezzato il cessate il fuoco a Gaza è “solo l’inizio”, ha avvertito Benjamin Netanyahu martedì sera in un discorso in diretta televisiva, promettendo inoltre che la nuova offensiva continuerà fino a quando Israele non avrà raggiunto tutti i suoi obiettivi di guerra: distruggere Hamas e liberare tutti gli ostaggi detenuti dal gruppo militante. A Washington, un portavoce della Casa Bianca ha dichiarato che Israele aveva consultato l’amministrazione statunitense prima di effettuare gli attacchi.
Qualsiasi ulteriore negoziato per un cessate il fuoco avverrà “sotto il fuoco”, ha dichiarato il premier israeliano nella prima comunicazione ufficiale dopo che Israele ha lanciato attacchi che hanno ucciso più di 400 persone nel devastato territorio palestinese, nella giornata più sanguinosa di violenze dai primi mesi della guerra nel 2023.
“Hamas ha già sentito la forza della nostra mano nelle ultime 24 ore. E voglio promettere a voi – e a loro – che questo è solo l’inizio”, ha detto Netanyahu agli spettatori.
In precedenza, il ministro della Difesa israeliano aveva ipotizzato che la guerra a Gaza potesse durare molte settimane o addirittura mesi. “Hamas deve capire che le regole del gioco sono cambiate”, ha detto Israel Katz ai giornalisti durante una visita a una base aerea, aggiungendo che “i cancelli dell’inferno si apriranno e dovrà affrontare tutta la potenza delle IDF in aria, in mare e sulla terra” se gli ostaggi non verranno liberati.
Gli attacchi aerei e il fuoco dell’artiglieria sono continuati in gran parte di Gaza nel pomeriggio e fino alla sera.
L’esercito israeliano intanto ha emesso ordini di evacuazione per le aree più settentrionali e orientali di Gaza, suggerendo che presto potrebbero essere lanciati nuovi attacchi via terra.
Le agenzie umanitarie ancora attive a Gaza hanno riferito che centinaia, forse migliaia di persone, si stanno spostando per conformarsi agli ordini di evacuazione israeliani. “Non c’è resilienza. Le persone sono in uno stato molto debole, fisicamente e psicologicamente”, ha detto un operatore umanitario a Gaza al quotidiano Guardian.
A Tel Aviv intanto, dimostranti anti-Netanyahu si sono radunati per chiedere un’azione concreta per liberare i restanti ostaggi tenuti prigionieri a Gaza dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 da parte dei militanti palestinesi. I parenti degli ostaggi israeliani a Gaza hanno affermato che la decisione di tornare a combattere potrebbe “sacrificare” i loro cari.