L’ostetrica Maria Margarita Rojas, di Houston, è stata arrestata con l’accusa di aver praticato aborti illegali. E’ la prima persona incriminata ai sensi del divieto di aborto quasi totale del Texas in violazione del Texas Human Life Protection Act del 2021. Accusata di eseguire aborti senza licenza, Rojas gestiva cliniche clandestine nei sobborghi di Houston. I gruppi pro-life hanno elogiato l’arresto, mentre la vicenda riaccende il dibattito sulle restrizioni all’aborto nello Stato.
Il procuratore generale del Texas Ken Paxton ha detto: “In Texas, la vita è sacra. Farò sempre tutto ciò che è in mio potere per proteggere i non ancora nati, difendere le leggi pro-vita del nostro stato e lavorare per garantire che le persone senza licenza che mettono in pericolo la vita delle donne eseguendo aborti illegali siano completamente perseguite”. “La legge del Texas che protegge la vita è chiara e riterremo responsabili coloro che la violano”, ha aggiunto.
Paxton ha inoltre sottolineato che gli aborti sono vietati in Texas, tranne in determinate circostanze, come per esempio per salvare la vita di una donna incinta. Nel frattempo, alcuni attivisti “pro-vita” come il gruppo Texas Right to Life, hanno manifestato a favore dell’arresto dell’ostetrica Rojas. Tuttavia, non tutti in Texas sono d’accordo con chi si oppone all’aborto: il 14 maggio 2022 numerosi manifestanti per il diritto all’aborto si sono uniti a manifestazioni a livello nazionale.
Proprio un anno prima, nel settembre del 2021, la 28enne Josseli Barnica è morta di setticemia perché i medici dell’ospedale hanno detto che sarebbe stato un “reato” intervenire sul suo aborto spontaneo. Josseli era incinta di 17 settimane quando è avvenuto l’aborto, come hanno annotato i medici stessi nelle cartelle cliniche. A quel punto, avrebbero dovuto proporre di accelerare il parto o di effettuare un raschiamento per evitare un’infezione mortale, ma non hanno fatto nulla, per paura delle leggi restrittive dello Stato che vietano ogni forma di aborto. Per questo motivo alcuni medici hanno deciso di abbandonare il Texas e trasferirsi altrove per continuare la professione. La notizia era stata portata alla luce da ProPublica, l’organizzazione giornalistica no-profit specializzata in giornalismo investigativo di interesse pubblico. Si trattava del terzo caso reso noto da ProPublica sulle donne morte per mancata assistenza medica durante la gravidanza. Ma non è tutto. Nel 2023, almeno 100 minori hanno dovuto spostarsi fuori dallo Stato del Texas per interrompere una gravidanza, tra cui sei bambine di 11 anni. Il fatto evidenzia le drammatiche conseguenze di una legge che non prevede eccezioni neppure in caso di malformazioni fetali, stupro o incesto.