Mark Carney ha scelto Parigi per il suo primo viaggio all’estero da primo ministro canadese. Ad accoglierlo all’Eliseo lunedì mattina il presidente francese Emmanuel Macron: i due leader si sono incontrati lontano dai microfoni, evitando di alimentare ulteriori tensioni con Donald Trump – percepito ormai come minaccia tanto da Ottawa quanto da Bruxelles (e Parigi).
Macron ha evitato di menzionare direttamente le provocazioni USA, ma non sono mancati i riferimenti tra le righe: “In tempi così incerti, è essenziale rafforzare i progetti strategici con i nostri partner più affidabili. Uniti, siamo più forti e più capaci di difendere la nostra sovranità”, ha detto Macron, che ha poi ribadito la sua opposizione al protezionismo: “Il commercio equo è più efficace delle tariffe, che alimentano l’inflazione e danneggiano le catene di approvvigionamento”.
“Voglio garantire che l’Europa veda il Canada come un partner naturale, europeo nello spirito ma fieramente nordamericano. Collaboreremo con gli Stati Uniti, ma senza sacrificare la nostra indipendenza”, ha aggiunto Carney, subentrato al predecessore Justin Trudeau.
Il premier canadese ha pianificato per lunedì una seconda visita a Londra per incontrare il suo omologo britannico Keir Starmer e Re Carlo III, sottolineando il legame istituzionale tra il Canada e la monarchia britannica. Anche qui, non è prevista alcuna conferenza stampa congiunta.
La scelta di Carney di visitare Parigi e Londra non è casuale. Francia e Regno Unito rappresentano le fondamenta storiche e culturali del Canada. A ribadirlo è stato venerdì lo stesso Carney durante il discorso di insediamento, in cui ha ribadito che il Canada si basa su tre pilastri: l’eredità francese, quella britannica e la cultura delle popolazioni indigene. Con un monito: “Il Canada non sarà mai, in alcun modo, un’estensione degli Stati Uniti”.
Il viaggio a Londra assume anche sfumature personali per il premier, ex governatore della Banca d’Inghilterra dal 2013 al 2020, primo non britannico a ricoprire il ruolo.
Carney, che domenica ha festeggiato 60 anni, ha dichiarato di essere disponibile a incontrare Trump solo se il presidente statunitense rispetterà la sovranità canadese. L’amministrazione USA ha già imposto dazi del 25% su acciaio e alluminio canadesi, scatenando rabbia e richieste di boicottaggio dei prodotti statunitense da parte dei cittadini canadesi. E ora ad incombere è anche la nuova minaccia di nuovi dazi generalizzati, prevista per il 2 aprile.
Il leader di Ottawa non ha in programma alcuna visita a Washington per interloquire direttamente con l’inquilino della Casa Bianca, con il quale tuttavia potrebbe esserci uno scambio telefonico nei prossimi giorni. Ottawa, intanto, sta riesaminando l’acquisto dei caccia F-35 made in USA in risposta alle tensioni commerciali.
Domenica sera Carney ha parlato telefonicamente con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, invitandolo al prossimo vertice G7 che si terrà a metà giugno a Kananaskis, nella provincia canadese di Alberta.
Entro la fine della settimana Carney dovrebbe annunciare nuove elezioni parlamentari, con voto previsto tra fine aprile e inizio maggio. Il Partito Liberale, dato per sconfitto fino a pochi mesi fa, potrebbe ora approfittare della crescente indignazione nazionale contro le politiche di Trump, ribaltando i pronostici e puntando a una sorprendente rimonta elettorale.