La politica può portare a divergenze anche tra i membri della stessa famiglia, ma nel caso dei Vance, i contrasti sembrano essere particolarmente profondi. Nate Vance, volontario da anni nella resistenza ucraina, ha criticato duramente suo cugino JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, per il suo comportamento durante l’incontro tra Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nate in un’intervista al quotidiano francese Le Figaro ha definito il colloquio come “un’imboscata di assoluta malafede”, un’accusa grave che ha messo in evidenza la spaccatura tra i due parenti.
Le tensioni si sarebbero appunto acuite a seguito del controverso colloquio nella Sala Ovale, durante il quale le due più alte cariche dello Stato hanno chiesto pubblicamente gratitudine al presidente ucraino per il sostegno americano al Paese, e allo stesso tempo, hanno deciso di interrompere temporaneamente la condivisione dell’intelligence e degli aiuti militari con Kiev.
Le sue parole sembrano essere un grido di allarme per ciò che considera un pericoloso allineamento con Vladimir Putin. Nate ha accusato il vicepresidente e Donald Trump di voler “placare” il presidente russo, un comportamento che ha definito irresponsabile. Secondo il volontario, gli Stati Uniti si stanno comportando come “gli utili idioti di Putin”, un’affermazione che rispecchia la sua frustrazione nei confronti delle politiche adottate dal governo americano.
Anche in un’intervista con la giornalista Erin Burnett dell’emittente televisiva statunitense CNN, l’uomo ha sottolineato: che il percorso intrapreso dai repubblicani, sta minando l’interesse nazionale oltre a mettere a rischio la vita di milioni di persone. Nate che ha vissuto in prima persona la brutalità dell’invasione russa, ha dichiarato: “Non sono nostri alleati e non lo saranno mai, almeno per una generazione”.
Il veterano del Corpo dei Marines e volontario sul campo in Ucraina con il “Da Vinci Wolves Battalion”, ha commentato senza mezzi termini il confronto, criticando aspramente le posizioni filo-russe adottate durante la discussione.
Per Nate, l’incontro non è stato solo un fallimento diplomatico, ma anche un tradimento delle sue convinzioni e di quelle di molti altri che combattono. Nonostante i tentativi di mettersi in contatto direttamente con il parente per discutere le sue preoccupazioni, Nate ha confermato di non aver ricevuto risposta. Questo silenzio ha ulteriormente alimentato il suo disappunto e ha fatto emergere un sentimento di distanza tra i due.