Dopo 38 anni dalla messa al bando dei cluorofluorocarburi (Cfc) i gas che erano usati anche come propellenti e refrigeranti nei vecchi frigoriferi, il buco dell’ozono si sta restringendo. Lo dimostra uno studio del Massachusetts Institute of Technology MIT e pubblicato sulla rivista Nature. Come si evince dallo studio, il restringimento è un fenomeno che attualmente va al di là delle variazioni stagionali e appare costante.
L’ozono è un gas che sale ad alte quote, dove forma una sorta di sottile strato attorno al pianeta nella stratosfera, a una altezza compresa tra 15 e 50 chilometri. Si tratta di una molecola molto importante per la vita terrestre perché è in grado di filtrare gran parte delle radiazioni ultraviolette prodotte dal Sole che, se non schermate, danneggiano il DNA provocando malattie e malformazioni genetiche a tutti gli esseri viventi.
Nel 1985 è stata scoperta la presenza di un vero e proprio buco nell’ozono presente sopra l’Antartide dovuto in modo particolare, al rilascio dei cluorofluorocarburi composti da cloro, fluoro e carbonio presenti in grandi quantità nell’aria e che interferivano chimicamente bloccando la formazione dell’ozono. Quei dati preoccupanti hanno portato al protocollo di Montreal, il trattato internazionale che ha messo al bando i Cfc, entrato in vigore il 1º gennaio 1989.
Dopo diversi anni, i primi segnali di ripresa dell’ozono si sono verificati a partire dal 2016, con misurazioni che anno dopo anno hanno mostrato una riduzione del buco. Come spiegano i ricercatori però, a influire sulla formazione dell’ozono che ci protegge dalle radiazioni, sono anche i gas serra come CO2 e metano e gli eventi meteorologici violenti ed estremi come gli uragani.
“Finora sono state molte le prove che indicano che il buco dell’ozono antartico sia migliorato – ha detto Susan Solomon del MIT tra le autrici dello studio – ma questo è il primo studio che ha quantificato il recupero del buco dell’ozono”. Lo studio evidenzia che il recupero è dato dal taglio delle emissioni dei Cfc. Inoltre, secondo gli autori dello studio, la fascia di ozono potrebbe essere risanata del tutto entro il 2035. In questo senso, il protocollo Montreal, sembra finora dimostrarsi come uno degli accordi ambientali di maggior successo a livello globale.