Nella Casa Bianca dell’era Trump anche la politica viene trasformata in un reality show. Un intrattenimento trasmesso in diretta dai canali all-news che, alla prima riunione di Gabinetto della nuova amministrazione, ha visto anche come ospite d’onore Elon Musk, il miliardario castigamatti che il presidente ha messo a capo del Department of Government Efficiency – ufficialmente per “snellire” la farraginosa macchina della burocrazia federale, in realtà per cercare di licenziare il numero massimo di dipendenti federali in modo da poter fare i tagli alle tasse promessi durante la campagna elettorale.
Trump ha fatto del ridimensionamento del governo federale un punto centrale della sua campagna elettorale. Per anni ha deriso la burocrazia sostenendo che è corrotta e superflua. Il suo ritornello, che ha incantato il mondo Maga, è stato: “Costa tanto e non serve a niente”. Quella burocrazia serve per far rispettare i regolamenti nell’interesse della società.
Questa riunione-show ha visto il capo della Casa Bianca rispondere alle domande dei giornalisti e spaziare dai problemi di politica interna all’accordo con Zelensky. Se gli europei ancora nutrivano una speranza che Trump, in fondo in fondo, fosse sempre un tradizionalista dell’alleanza con l’Occidente, si dovranno ricredere. Con evidente astio, quando gli è stato chiesto se avesse informato i partner degli Stati Uniti sulle trattative con il presidente ucraino, ha risposto: “Gli europei si sono messi insieme per fregarci e per questo nei prossimi giorni annuncerò dazi del 25% per le merci importate dall’Europa”.
Elon Musk, nel suo intervento, ha detto: “Come Paese non possiamo sostenere un decifit di 2 trilioni di dollari. Non è un optional, ma una cosa essenziale. Questa è la ragione per cui sono qui e sto prendendo un sacco di critiche e minacce di morte, ma se non lo facciamo l’America andrà in bancarotta. Dobbiamo risparmiare”. Secondo il miliardario, si possono eliminare frodi e sprechi.
Trump ha sottolineato per due volte che tutti i ministri sono in riga con le richieste di Musk, ma alcuni mugugnano, e che tutte le agenzie federali sono state informate che si debbono preparare a licenziamenti di massa per riformare un sistema amministrativo “costoso, inefficiente e profondamente in debito”. Il messaggio è stato mandato da Russell Vought, il capo dell’ufficio budget della Casa Bianca, e da Charles Ezell, direttore incaricato dell’Ufficio del personale federale. Nel memo si legge che il sistema del governo federale “non produce risultati per gli americani, mentre i soldi dei contribuenti vengono sottratti da programmi non produttivi e non necessari in favore degli interessi di gruppi estremisti ai danni dei lavoratori americani”. E, per passare dalle parole ai fatti, si chiede ai capi di ogni agenzia di presentare entro il 13 marzo la prima fase di piani di ristrutturazione, concentrati su “tagli e riduzioni iniziali”.
Oltre a tagliare posti ritenuti inutili o “ridondanti”, viene sottolineato che molte attività possono essere automatizzate. Si raccomanda specificatamente il licenziamento di personale “con scarso rendimento o che si comporta in modo scorretto”. “Forse – ha detto Trump, che non perde un’occasione per accusare il suo predecessore di qualche disfunzione – stiamo pagando persone che non esistono, che si sono trasferite, abbiamo appena cominciato. Joe Biden ha sprecato un sacco di soldi”.
La spinta ad andarsene riguarda tutti i dipendenti federali a tempo pieno, ad eccezione del personale militare, dei dipendenti del Servizio Postale e di coloro che si occupano di immigrazione e sicurezza nazionale.
Secondo il Washington Post, al momento sarebbero circa quarantamila quelli che hanno già accettato di lasciare il loro posto di lavoro su quasi due milioni di dipendenti federali, il 20% dei quali lavora a Washington. Pochissimi, anche perché i sindacati sono scesi sul piede di guerra e hanno citato in giudizio l’Amministrazione Trump.
AFGE will not stand idly by as President Trump, Elon Musk, and their lackies run roughshod over the Constitution, federal law, and basic human decency.https://t.co/MAE3Dt4z7M
— Everett Kelley (@AFGEPrezKelley) February 26, 2025
I democratici invitano i lavoratori federali a non accettare il programma di dimissioni perché non è stato autorizzato dal Congresso, con il rischio di non essere pagati. Everett Kelley, presidente dell’American Federation of Government Employees, ha detto all’AP: “È una truffa e non un incentivo all’esodo”.
Al momento l’iniziativa è stata bloccata temporaneamente da un giudice federale di Boston, ma è inevitabile l’avvio del solito itinerario giudiziario che potrebbe arrivare alla Corte Suprema, come sta accadendo con altri ordini esecuti firmati da Trump.
Trump è poi tornato sulla spinosa questione della guerra in Ucraina spiegando spetta all’Europa dare le garanzie di sicurezza. Ha azzerato poi le aspirazioni di Kiev di entrare nella Nato, ripetendo la posizione di Putin secondo cui la richiesta degli ucraini è stata la causa della guerra. Il presidente USA ha confermato l’incontro di venerdì a Washington con Zelensky.