Un mese dopo il suo insediamento, Donald Trump si è lanciato in una nuova crociata: prendere il controllo dell’USPS (United States Postal Service) e, se necessario, riformarlo radicalmente. “Il nostro ufficio postale deve smettere di perdere miliardi di dollari. Vogliamo un servizio efficiente, che non sprechi denaro inutilmente”, ha dichiarato, annunciando l’ipotesi di fondere l’USPS con il Dipartimento del Commercio. Le perdite, secondo le stime, avrebbero raggiunto livelli allarmanti.
Dai tempi di Benjamin Franklin, primo postmaster generale nel 1775, il servizio postale ha subito trasformazioni epocali: da ente dell’esecutivo nel 1872 a organismo indipendente nel 1970, a seguito di uno sciopero che scosse il paese. Per secoli, l’USPS ha rappresentato una risorsa fondamentale, offrendo lavoro a generazioni di americani, in particolare a minoranze e a chi cercava una via d’uscita dalla stagnazione economica.
Secondo fonti del Washington Post e del Wall Street Journal, l’ordine esecutivo che Trump sta preparando potrebbe abolire il Consiglio dei Governatori – organo confermato dal Senato per garantire equilibrio – e riportare l’USPS sotto il diretto controllo del Segretario al Commercio, Howard Lutnick, sostenitore di proposte di privatizzazione. Tuttavia, senza l’approvazione del Congresso, tale manovra violerebbe la legge, poiché il servizio postale gode di un’autonomia quasi sacra. Nel frattempo, Christy Hoffman, segretaria generale dell’UNI, il sindacato che tutela i lavoratori del settore, ha ribadito che l’USPS è un bene insostituibile, un network pubblico da rafforzare, non da smantellare.
Trump, noto per le sue decisioni unilaterali, punta a riformare un sistema che gode di un indice di approvazione del 72%. Nel tentativo di risanare i conti, rischia di compromettere un servizio che, nonostante le difficoltà economiche e i tentativi di ristrutturazione, resta un pilastro della vita americana. Con quasi 640.000 dipendenti, l’USPS non si limita a consegnare posta e pacchi, ma collega città, paesi, isole remoti, oltre ad essere il più grande datore di lavoro per i veterani. Il suo network è inoltre essenziale per operatori privati come Amazon, UPS e FedEx, che dipendono dalla sua “consegna dell’ultimo miglio”.
La Casa Bianca ha minimizzato l’intervento, sostenendo che l’USPS sia “per legge generalmente esente” dagli ordini esecutivi. Tuttavia, sindacati e una larga fetta dell’opinione pubblica sono determinati a impedire che la mossa di Trump comprometta un’istituzione che, per 250 anni, ha rappresentato un collante fondamentale per il paese.