Le tensioni tra Italia e Russia si stanno intensificando, in particolare a seguito delle ultime dichiarazioni di Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo. Quest’ultima ha lanciato un monito inquietante in risposta alle parole del presidente Sergio Mattarella, pronunciate all’Università di Marsiglia, durante il conferimento di una laurea honoris causa.
In questa occasione, il Presidente aveva affrontato il tema degli attuali equilibri geopolitici, evidenziando come la riscoperta di regimi autoritari stia alimentando un clima di conflitto anziché di cooperazione. Ha sottolineato che le illusioni di efficacia di tali regimi, che si presentano come più capaci di proteggere gli interessi nazionali, hanno portato a una maggiore divisione e a guerre di conquista, richiamando alla mente il progetto del Terzo Reich in Europa. La sua analisi ha poi messo in luce l’aggressione russa all’Ucraina, definita come un’espressione di queste dinamiche pericolose.
Le parole del capo dello Stato non solo evidenziano le sfide attuali, ma richiamano anche un importante dibattito storico sulle politiche di “appeasement”, ovvero la pacificazione attraverso gravi concessioni. Questo suggerisce che la storia può ripetersi se non si presta attenzione ai segnali di pericolo.
Le considerazioni di Mattarella non sono passate inosservate a Mosca, dove Maria Zakharova ha reagito alle affermazioni del Presidente. In una dichiarazione rilasciata lo scorso venerdì, con un ritardo di dieci giorni, aveva definito le parole pronunciate a Marsiglia “invenzioni blasfeme” e “paralleli storici oltraggiosi e palesemente falsi”. La portavoce ha intensificato il suo attacco domenica sera, quando ha avvertito che le affermazioni di Mattarella non rimarranno “senza conseguenze“.
Le sue parole sono state amplificate dall’agenzia ufficiale russa Ria Novosti, che ha riportato un suo intervento trasmesso su Rossija 1, nel quale ha ulteriormente ribadito la gravità del paragone tra Russia e Terzo Reich, affermando che tale accostamento avrà conseguenze significative.
Zakharova ha sottolineato che, in un contesto educativo, l’equiparazione della Russia al Terzo Reich da parte del capo dello Stato italiano rappresenta una provocazione inaccettabile. “Purtroppo, l’Italia è stato il Paese dove è nato il fascismo”, ha dichiarato la portavoce della diplomazia di Mosca, continuando a evidenziare il passato bellico tra Roma e Mosca. Ha aggiunto che Mattarella è il “Presidente di un Paese che storicamente è stato tra quelli che hanno attaccato il nostro Paese.” Questo, secondo Zakharova, è un colpo che viene da “una persona che non può non sapere quanti soldati italiani hanno ucciso i nostri nonni e bisnonni sul nostro territorio durante la Seconda guerra mondiale, sotto bandiere e slogan nazisti“.
Nonostante la veemenza, il nuovo affondo contro il Presidente italiano ha avuto scarsa eco in Russia. Alcuni osservatori interpretano il protagonismo della portavoce come un tentativo personale di riposizionamento all’interno della nomenclatura moscovita, in un momento in cui sembrano cambiare alcune strategie politiche con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.

La retorica incisiva di Zakharova non ha risparmiato nemmeno altri attori internazionali. Nel 2017, attaccò l’Unione Europea, accusandola di ipocrisia nella gestione delle crisi di Catalogna e Ucraina, entrambe legate a movimenti di indipendenza. Nel 2021, invece, puntò il dito contro l’esercitazione militare Defender-Europe 21, una massiccia operazione della Nato che coinvolge anche Romania, Bulgaria ed Estonia.
Tra le immagine che hanno colpito l’opinione pubblica, quella del 16 febbraio 2022 spicca per la sua tragica ironia. In un contesto di crescente allerta internazionale per i movimenti delle truppe russe, Zakharova si prese gioco dei media occidentali con una provocazione: “Ci dite le date esatte dell’invasione? Così posso pianificare le ferie”. Otto giorni dopo, il 24 febbraio, i carri armati di russi varcarono il confine ucraino, segnando l’inizio di una guerra devastante.
Le tensioni tra Mosca e Roma non si limitano a un singolo episodio. Gli scontri a distanza con la diplomazia italiana non sono mancati. Uno di questi risale al luglio 2022, quando l’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, cercò di evitare la fine anticipata del governo Draghi e un ritorno alle urne durante una crisi internazionale ed energetica causata dal conflitto in Ucraina. Di Maio dichiarò che un simile epilogo avrebbe avvantaggiato gli interessi del Cremlino. In risposta, Zakharova replicò: “Noi applichiamo il principio di non ingerenza”. La polemica occupò le pagine dei quotidiani per qualche giorno.
In questo contesto, Mattarella si trova in visita ufficiale nella Repubblica di Montenegro. Questo un viaggio vuole sottolineare l’importanza del processo di allargamento dell’Unione Europea ai Paesi dei Balcani occidentali per il futuro dell’Unione stessa.
Dopo le recenti dichiarazioni di sostegno da parte del Governo e del mondo politico, l’Aula della Camera dei deputati ha tributato a Mattarella una lunga ovazione, subito dopo le parole di apprezzamento espresse dalla capogruppo del Partito Democratico Chiara Braga. I presidenti di tutti i gruppi parlamentari, sia dell’opposizione che della maggioranza, hanno preso la parola per esprimere solidarietà al capo dello Stato.
Strettamente connesse alle minacce provenienti da Mosca, si registrano nuove ondate di attacchi informatici del collettivo filorusso NoName 057. Questi attacchi, come in precedenti occasioni, consistono in azioni Ddos (Distributed denial of service), ovvero “interruzione distribuita del servizio”. Questa tipologia di attacco è relativamente semplice: il gruppo di hacker si coordina per inviare incessanti e false richieste di accesso ai sistemi informatici presi di mira, con l’obiettivo di sovraccarica l’infrastruttura, rendendola inaccessibile dall’esterno a causa degli enormi flussi di traffico generati.
Nella recente serie di attacchi, sono stati presi di mira portali web legati al settore dei trasporti, come gli aeroporti di Linate e Malpensa, l’Autorità dei Trasporti e i porti di Taranto e Trieste, oltre a istituti finanziari come Banca Intesa e SanPaolo. Secondo quanto riportato dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, al momento non si registrano impatti significativi sui servizi erogati. Nella loro rivendicazione, i NoName citano le dichiarazioni del presidente Sergio Mattarella, definito “russofobo”, in relazione ai commenti sulla Russia e il Terzo Reich.