Gli Usa colpiranno Mosca con sanzioni e potenzialmente con azioni militari se il presidente russo Vladimir Putin non accetterà un accordo di pace con l’Ucraina che garantisca l’indipendenza a lungo termine di Kiev: lo ha detto il vicepresidente JD Vance al Wall Street Journal.
Vance afferma che l’opzione di inviare truppe Usa in Ucraina se Mosca non negozia in buona fede rimane “sul tavolo”. L’Ucraina deve avere “indipendenza sovrana”, ha aggiunto.
Secondo il Wsj Vance ha usato “un tono molto più duro” rispetto al segretario alla Difesa Pete Hegseth, il quale aveva suggerito ieri da Bruxelles al vertice dei ministri della Difesa della Nato che gli Usa non avrebbero impegnato forze su territorio ucraino.
Gli Stati Uniti avranno a cuore “l’indipendenza sovrana dell’Ucraina” nei prossimi negoziati con la Russia sull’esito della guerra, dove “tutto sarà sul tavolo”, comprese le “tattiche di pressione militare”, ha detto Vance al Wsj. Ci sono “diverse configurazioni per i colloqui, ma noi abbiamo a cuore l’indipendenza sovrana dell’Ucraina”, ha sottolineato il vicepresidente statunitense. “Per fare leva sulla Russia, ci sono mezzi di pressione economica, ma ci sono ovviamente mezzi di pressione militare”.
Vance è in Germania per la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, dove oggi incontrerà personalmente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
La politica dell’amministrazione Trump una volta di più sembra improntata alla doccia scozzese, un po’ gelida un po’ bollente. Mercoledì il presidente degli Stati Uniti ha dialogato al telefono con Vladimir Putin sulle ipotesi di pace, una decisione che è parsa mettere di fatto da parte l’Unione Europea e la stessa Ucraina. Secondo Trump, “probabilmente si arriverà a un cessate il fuoco in un futuro non troppo lontano”.
A che patti? Hegseth da parte sua aveva affermato che non è “realistico” che Kiev possa entrare nella Nato, posizione che elimina la possibilità di uno scambio diretto di territori, ventilata da Zelensky e già esclusa da Mosca. In nessun caso, aveva comunque chiarito Hegseth agli alleati, verranno dispiegate truppe americane nel Paese.
Rimettere l’Ucraina al centro dei colloqui, è invece la posizione dei leader europei. E’ il pensiero tra gli altri del premier britannico Starmer secondo cui “non ci possono essere negoziati senza l’Ucraina”, ha dichiarato. Stesso pensiero dal segretario generale della NATO Mark Rutte: “Kiev deve essere strettamente coinvolta in ogni negoziato di pace e l’accordo deve essere “duraturo”. Le reazioni sono giunte da varie cancellerie europee; per il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski è fondamentale rafforzare il sostegno militare all’Ucraina prima dei negoziati per non indebolirla, mentre il ministro della Difesa tedesca Boris Pistorius ha definito “deplorevole” da parte di Trump fare concessioni alla Russia “prima ancora dell’inizio dei negoziati”.
Dopo Bruxelles la questione ucraina passa dunque a Monaco di Baviera, dove Volodomyr Zelensky proverà a giocare le sue carte – in attesa delle nuove evoluzioni della Casa Bianca. Ieri il presidente ucraino aveva detto “Abbiamo già avuto tre conversazioni con il Presidente Trump. Perciò non accetto che per lui fosse prioritario parlare prima con la Russia. È sgradevole in ogni caso – ha detto – Si tratta dell’Ucraina e non ci può essere nulla che riguarda l’Ucraina senza l’Ucraina”.
Il tema farà passare in secondo piano tutti gli altri dossier della fitta agenda di Monaco: la crisi in Medio Oriente, la situazione nel Mar Rosso, le relazioni transatlantiche, la difesa europea, la guerra in Congo.