Un altro nome lo scorso anno si era aggiunto alla tragica lista delle vittime afroamericane uccise dalla polizia negli Stati Uniti. Sonya Massey, era stata uccisa a luglio nella sua casa in Illinois da Sean Grayson, un vice sceriffo bianco, mentre chiedeva aiuto per un sospetto intruso. La famiglia della trentaseienne ha ora ottenuto un risarcimento di 10 milioni di dollari, seppure questo non basterà a risanare la ferita che continuerà a lacerare i congiunti e la comunità.
Secondo i documenti del tribunale, Massey è stata freddata da tre colpi di pistola, uno dei quali al volto. L’ex vice sceriffo Grayson, licenziato poco dopo l’accaduto, è stato accusato di omicidio e rimane in carcere in attesa di processo, seppure si sia sempre dichiarato non colpevole. Le immagini rilasciate all’epoca dalla polizia avevano creato ulteriore sdegno sull’accaduto e evidenziato le modalità brutali dell’operazione.
L’avvocato della famiglia, Ben Crump, ha sottolineato che, sebbene il compenso sia un segnale di riconoscimento del danno subito, giustizia non è ancora stata fatta. Ha ribadito che un agente con un passato problematico non avrebbe mai dovuto essere assunto, tanto meno avere il potere di togliere la vita a un’altra persona. Il legale ha inoltre esortato l’adozione di riforme legislative e procedimenti penali più severi per i responsabili di tali crimini.
Anche l’ex presidente Joe Biden si è espresso sulla vicenda, e aveva dichiarato che i figli della vittima meritavano giustizia e che la sua amministrazione avrebbe sempre condannato fermamente questi atti di violenza insensata.
Il caso di Sonya Massey si inserisce in una lunga scia di omicidi perpetrati dalla polizia ai danni di cittadini di colore. Nomi come George Floyd, Trayvon Martin e Roger Fortson continuano a essere il simbolo di un sistema che non ha ancora trovato il modo di proteggere tutti in maniera equa.