“Come posso pianificare il futuro dei miei animali domestici in caso di detenzione o deportazione?” Questo articolo, comparso su un giornale di lingua spagnola, riassume uno dei tanti pensieri degli immigrati irregolari. I passi da compiere, viene suggerito, sono: trovare una persona di fiducia che accetti di prendersi cura dell’animale, mettere da parte del denaro per la sua cura e scrivere note dettagliate sulla razza, la dieta, i farmaci, le vaccinazioni e il veterinario dell’animale. Per esempio, dopo i raid ICE a New York, Benny, un bulldog, è rimasto senza casa perché i suoi proprietari, deportati, non potevano portarlo con sé. Il Signor Kyle Aaron Reese lo ha adottato dopo aver visto un appello su Facebook. Ma il fenomeno è crescente: gli animali separati dai loro padroni deportati sono affidati al buon cuore della gente, l’ICE non ha alcun interesse verso questi poveri animali che si ritrovano improvvisamente abbandonati, tantomeno dei cuori spezzati dei loro padroni costretti a lasciarli.
La campagna di deportazione di massa di Donald Trump è iniziata lo scorso gennaio, pochi giorni dopo la sua nomina ufficiale come presidente degli Stati Uniti. Gli ufficiali delle forze dell’ordine federali hanno condotto incursioni a tappeto presso New York, Chicago, Los Angeles, Phoenix, Filadelfia, San Diego, Denver, Miami, Atlanta e in altre grandi città arrestando deportando più di 8.000 immigrati alimentando paura e disorientamento tra le comunità.
Attualmente, non si sa ancora di preciso quanti animali domestici sono stati separati dalle loro famiglie. Un rappresentante dell’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals ha scritto in un’e-mail che “è troppo presto per identificare tendenze specifiche” nelle ammissioni ai rifugi per animali a causa delle incursioni dell’immigrazione”. D’altro canto molti rifugi negli USA, come quello di New York per esempio, hanno già annunciato di non avere più posto per accogliere altri animali.
Will Zweigart, fondatore del gruppo Flatbush Cats, un’organizzazione no-profit che si occupa dei gatti randagi di Brooklyn e di cui Reese è volontario ha detto: “Stiamo ascoltando storie di passaparola strazianti da un vicino all’altro”. “Tuttavia, lasciare un animale domestico può essere devastante e sapere che sarà adeguatamente curato può fornire un po’ di conforto ai proprietari immigrati. “Gli animali domestici sono una famiglia”, ha sottolineato Zweigard.