Accuse pesantissime, e senza contradditorio. Sono quelle lanciate lunedì dalla deputata repubblicana Nancy Mace, che ha utilizzato l’immunità concessale dalla “speech and debate clause” della Costituzione USA per accusare l’ex fidanzato e altri tre uomini di averla drogata, violentata e filmata senza il loro consenso.
Nel corso di un intervento-fiume di circa un’ora pronunciato nella Camera dei Rappresentanti, Mace ha esposto foto dei presunti colpevoli e li ha accusati di aver compiuto “un’esplosiva e premeditata violazione” di decine di donne e ragazze del suo distretto.
“Vi siete prenotati un biglietto di sola andata per l’inferno,” ha dichiarato Mace rivolgendosi agli accusati chiamandoli per nome e mostrando le loro fotografie su un cartellone dove solitamente vengono esposti grafici e tabelle politiche. “Non c’è via di uscita. Non ci sono collegamenti. Così io, insieme a tutte le vostre vittime, vi vedremo marcire per l’eternità”, ha aggiunto.
A fronte di accuse gravissime, la deputata non è riuscita però a fornire alcuna prova concreta a sostegno delle sue dichiarazioni, e si è rifiutata di rispondere alle domande dei giornalisti al termine del suo intervento.
Poco dopo il discorso, Patrick Bryant, l’ex fidanzato accusato pubblicamente da Mace, ha negato fermamente le accuse. “Rifiuto categoricamente queste affermazioni,” ha dichiarato Bryant. “Prendo questa questione con la massima serietà e coopererò pienamente con qualsiasi processo legale necessario per chiarire il mio nome.”
Mace ha raccontato in passato di essere stata molestata in una piscina quando aveva 14 anni solo perché indossava un bikini, e di essere stata nuovamente violentata a 16 anni. Un episodio, quest’ultimo, che l’avrebbe spinta ad abbandonare la scuola superiore, prima di uscire da un periodo di depressione e diventare la prima donna laureata presso il college militare Citadel a Charleston, in Carolina del Sud.
Nel suo discorso, Mace ha rivelato di aver trovato nel telefono del suo ex fidanzato circa una decina di foto compromettenti di ragazze minorenni, insieme a più di 10.000 video che documenterebbero abusi su altre donne incapaci di intendere e di volere. La deputata ha affermato di essere rimasta sconvolta nel riconoscersi in uno di quei video, in cui era stata filmata nuda senza il suo consenso.
L’episodio, che si è verificato alla fine di una lunga giornata di votazioni alla Camera, ha sorpreso non solo per la gravità delle accuse, ma anche per il contesto insolito in cui sono state pronunciate. Mace, infatti, ha sfruttato un’area solitamente riservata a discussioni politiche più convenzionali per dare voce al suo dramma personale – confortata dall’immunità legale concessale dalla Costituzione, che concede agli esponenti del Congresso l’immunità dalle cause legali per le dichiarazioni rese durante l’esercizio delle loro funzioni legislative.
Il discorso di Mace si è svolto con il supporto di altre tre deputate repubblicane, Lauren Boebert, Anna Paulina Luna e Victoria Spartz, che le hanno manifestato solidarietà durante il suo intervento.
Da sempre vista come una repubblicana moderata a favore dei diritti delle donne, negli ultimi mesi Mace ha espresso il suo sostegno nei confronti di Donald Trump (condannato nel 2023 per abusi sessuali) e promosso una proposta di legge per vietare l’accesso ai bagni e spogliatoi delle donne nel complesso del Campidoglio da parte di persone transgender.
Negli ultimi giorni, Mace ha anche annunciato di volersi candidare per la carica di governatrice della Carolina del Sud, attaccando frontalmente l’attuale procuratore generale dello stato, Alan Wilson, accusato di non aver preso sul serio le denunce delle donne.
“Nell’ultimo anno, dopo aver consegnato tutto alla polizia, mi è stato detto che sarei stata indagata come vittima,” ha affermato Mace. Jaqueline Lane, una portavoce di Wilson, ha replicato alle accuse definendole “false” e motivate da ragioni politiche e ha aggiunto che l’ufficio del procuratore generale non ha ricevuto alcuna richiesta di assistenza da parte delle forze dell’ordine e che né Wilson né il suo staff avevano mai sentito parlare delle accuse di Mace fino alla sua dichiarazione pubblica.