La provincia canadese dell’Ontario da domani avvierà un’iniziativa storica per rimuovere tutti i prodotti alcolici provenienti dagli Stati Uniti dai propri scaffali. La decisione arriva in risposta ai dazi imposti dal presidente Donald Trump sulle importazioni del paese delle Montagne Rocciose. La mossa, che riguarda il Liquor Control Board of Ontario LCBO, prevede non solo l’eliminazione dei prodotti dalle vendite, ma anche il blocco degli ordini dei distillati statunitensi, per impedire ad altri rivenditori che possano rifornire i loro negozi.
Il premier Doug Ford, ha dichiarato che, ogni anno, LCBO vendeva quasi un miliardo di dollari di liquori provenienti dagli USA, ma da ora in poi questi articoli non saranno più disponibili. Ford ha anche colto l’occasione per esortare i consumatori a preferire le bevande tipiche, ha sottolineato che non c’è momento migliore per scoprire le eccellenze locali.
Tale decisione segue l’introduzione delle tariffe di ritorsione da parte del governo canadese, con il primo ministro Justin Trudeau che ha applicato una tassa del 25% su circa 155 miliardi di dollari di beni americani. La strategia dell’Ontario si inserisce in un contesto più ampio di azioni simili da parte di altre province canadesi, tra cui la Nuova Scozia e la Columbia Britannica, che hanno annunciato misure di boicottaggio nei confronti degli alcolici a stelle e strisce.
L’LCBO, uno dei maggiori grossisti di liquori della provincia, ha confermato che tutte le vendite online e nei negozi saranno interrotte a tempo indeterminato. Il distretto si prepara a un impatto economico significativo, dato che nel 2023 ha venduto oltre 1,1 miliardi di litri di distillati. Tuttavia, il settore canadese resta ben posizionato, con un import-export attivo anche per gli spiriti, tra cui superalcolici provenienti dagli Stati Uniti, che costituiscono una parte rilevante del mercato alcolico dello Stato.
L’Ontario, insieme ad altre divisioni, sta dunque facendo sentire la propria voce, cerca di preservare la propria economia locale e le proprie industrie, al contempo invia un messaggio chiaro riguardo alle difficoltà derivanti dalle politiche commerciali americane.
La vicenda infatti non riguarda solo l’economia, ma rappresenta una battaglia simbolica di resistenza contro le politiche tariffarie degli Stati Uniti, un partner commerciale di lunga data.