Il Dipartimento dell’Istruzione dell’Oklahoma ha approvato una proposta controversa che prevede l’obbligo per i genitori di comunicare lo status di cittadinanza o immigrazione dei propri figli al momento dell’iscrizione nelle scuole pubbliche.
La norma, che necessita ancora del via libera della Legislatura e del governatore, non impedirebbe l’accesso agli istituti scolastici, ma imporrebbe ai distretti di registrare e segnalare il numero totale degli allievi senza documenti. Secondo gli attivisti per i diritti umani, questa misura potrebbe trasformarsi in un’arma pericolosa per la comunità migrante e alimentare paura e insicurezza.
Il sovrintendente statale Ryan Walters ha dichiarato che la regola dovrebbe servire esclusivamente a migliorare la distribuzione delle risorse scolastiche. Tuttavia, i dati raccolti potrebbero finire nelle mani delle autorità federali per facilitare eventuali retate contro le famiglie irregolari. Si stima che in Oklahoma vivano circa 90.000 persone senza status legale, tra cui 6.000 minori iscritti nei comprensori pubblici, numeri che ora potrebbero essere ufficialmente tracciati.
Walters ha ribadito il suo sostegno alle politiche migratorie del neo eletto presidente Donald Trump e si è detto pronto a collaborare con le forze dell’ordine per condividere i dati raccolti. Secondo lui, se richiesto, il Dipartimento dell’Istruzione sarà “legalmente obbligato” a fornire le informazioni sugli studenti senza documenti agli agenti federali.
La proposta ha scatenato forti proteste: centinaia di manifestanti, tra studenti e oppositori, si sono radunati davanti alla sede del Consiglio dell’Istruzione per esprimere il loro dissenso. Il deputato Arturo Alonso-Sandoval ha descritto una comunità “spaventata”, con famiglie che temono di dover ritirare i propri figli dalla scuola per evitare possibili ripercussioni.
Le scuole di Oklahoma City, tra le più grandi dello Stato, hanno cercato di rassicurare i genitori. Il sovrintendente Jamie Polk ha ribadito che la legge federale garantisce il diritto all’istruzione pubblica per tutti i minori, indipendentemente dal loro status migratorio. Ha inoltre chiarito che il distretto scolastico non raccoglierà informazioni sulla cittadinanza dei propri iscritti e non ha intenzione di farlo in futuro.
Questo piano solleva interrogativi legali e costituzionali. Nel 1982, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito con la sentenza Plyler vs. Doe che tutti i bambini, indipendentemente dallo status migratorio, abbiano diritto a frequentare le scuole pubbliche. Tuttavia, alcuni politici conservatori stanno mettendo in discussione questa decisione, suggerendo che i cittadini senza documenti non dovrebbero avere accesso all’istruzione gratuita.
L’Oklahoma potrebbe seguire le orme dell’Alabama, che nel 2011 cercò di imporre un obbligo simile, interrotto successivamente dal governo federale. Gli esperti avvertono che l’attuale composizione della Corte Suprema potrebbe rivedere precedenti storici, come già accaduto con il diritto all’aborto e le politiche di azione affermativa nelle università.