In un contesto segnato da profonde divisioni politiche, come quello dell’Inauguration Day, in cui il neoeletto presidente Donald Trump presterà giuramento, molti hanno scelto di trasformare una giornata percepita come difficile in un’opportunità per ritrovare serenità ed equilibrio. Psicologi ed esperti invitano ad adottare un approccio costruttivo: immergersi nella natura e condividere momenti significativi con gli altri.
Come suggerito dalla terapeuta Anindita Bhaumik, “l’ansia nasce spesso dal desiderio di controllare ciò che non possiamo”. Il volontariato, sottolinea, offre invece un senso di utilità e controllo: aiutare in un rifugio per animali, ad esempio, può regalare gioia immediata, e può contribuire al tempo stesso al benessere altrui.
Altri potranno dedicarsi anche all’attività fisica, un mezzo potente per migliorare lo stato d’animo e recuperare una sensazione di potere personale. Emiliana Simon-Thomas, direttrice scientifica del Greater Good Science Center, un centro di ricerca situato presso l’Università della California, a Berkeley, ha ricordato che “anche una breve sessione di esercizi aiuta a sentirsi emotivamente meglio, oltre a offrire benefici fisici tangibili”.
C’è poi chi troverà conforto nelle arti e nella creatività. Cantare, dipingere o persino cucinare permette di “uscire dalla testa”, come spiega Simon-Thomas: concentrarsi su un’attività estetica riduce lo spazio mentale dedicato ai pensieri negativi. Per chi cerca ispirazione, la realizzazione di una “tavola delle visioni” può rappresentare un modo per immaginare un futuro migliore e consolidare speranze e prospettive.
Un’altra strategia può essere rappresentata dal bagno nella foresta. Camminare tra gli alberi, lasciandosi stupire dalla loro ciclica trasformazione, offre un potente promemoria: i momenti difficili passano, mentre la natura rimane. Bhaumik invita a silenziare il telefono durante queste passeggiate per amplificare il senso di connessione con l’ambiente.
Anche il semplice gesto di tenere un diario per cinque minuti al giorno può fare la differenza. La terapeuta Nicolle Osequeda, propone di concludere la scrittura con un’affermazione positiva, come, “scelgo di proteggere la mia pace”, per alimentare un senso di calma e controllo.
Un altro approccio può essere quello di compiere piccoli gesti di gentilezza, redigere una lettera di gratitudine o portare un dolce ai vicini. “Il tuo sistema nervoso risponde positivamente quando vedi che le tue azioni hanno migliorato il benessere di qualcun altro”, afferma Simon-Thomas, che evidenzia come la gentilezza alimenti un senso di comunità e speranza.
Anche piangere può essere un atto liberatorio, meglio però se esternato in compagnia. Ricerche dimostrano che condividere lacrime con qualcuno di fiducia amplifichi il conforto e rafforzi i legami sociali, migliorando la capacità di affrontare il dolore.
Infine, un esercizio mentale indicato da Simon-Thomas consiste nel “rimpicciolire”: immaginare un sentiero che attraversa il tempo e lo spazio, visualizzandone gli inizi e le possibili conclusioni. Questo aiuta a mettere le sfide del presente in prospettiva, ridimensionando il peso delle difficoltà immediate.
In momenti di forte tensione politica e sociale, adottare un atteggiamento costruttivo può fare la differenza. Che si tratti di attività fisica, creativa o contemplativa, ogni gesto volto all’armonia personale e collettiva rappresenta un passo verso la resistenza. Come ricorda Simon-Thomas, “questo è solo un momento, parte di un quadro più ampio”.