La tregua tanto attesa regge, lo scambio dei prigionieri e degli ostaggi del 7 ottobre è avviato: ecco cosa è successo nelle ultime ore nella guerra di Gaza.
Novanta prigionieri palestinesi sono stati rilasciati come parte dell’accordo di cessate il fuoco fra Israele e Hamas. Tra i prigionieri liberati dalle carceri israeliane ci sono 69 donne e 21 adolescenti della Cisgiordania e di Gerusalemme. I prigionieri, la maggior parte dei quali sono stati liberati dalla prigione di Ofer a Ramallah, nella Cisgiordania occupata, sono stati accolti da migliaia di persone in festa.
La liberazione ha fatto seguito a quella di tre donne israeliane tenute in ostaggio da Hamas nei tunnel sotto Gaza: la cittadina britannica Emily Damari, 28 anni, liberata insieme a Romi Gonen, 24 anni, e Doron Steinbrecher, 31 anni, tornate alle loro famigliadopo essere state consegnate da Hamas al Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Al cessare dei combattimenti, centinaia di camion di aiuti si sono messi in coda per entrare a Gaza e consegnare rifornimenti ai 2,3 milioni di residenti, il 90% dei quali sono stati sfollati dal conflitto, molti più volte.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità si dice pronta a far affluire a Gaza gli aiuti tanto necessari durante la tregua, ma per farlo avrebbe bisogno di un “accesso sistematico” in tutto il territorio. Gran parte delle infrastrutture sanitarie della Striscia di Gaza sono state distrutte dagli attacchi israeliani nel corso di una guerra durata più di un anno.
La prima fase della tregua è entrata in vigore domenica dopo un ritardo di tre ore, durante il quale gli aerei da guerra e l’artiglieria israeliana hanno bombardato la Striscia di Gaza uccidendo almeno 13 persone. Secondo la tv qatariota Al Jazeera, almeno due missili hanno colpito una famiglia che viaggiava su un carro trainato da un asino mentre cercava di tornare a casa.
Migliaia di sfollati palestinesi hanno iniziato a tornare a casa, molti in edifici distrutti e case in rovina. Ma non esiste un piano dettagliato per governare Gaza dopo la guerra, tanto meno per ricostruirla. Nove case su 10 sono state distrutte, così come scuole, ospedali, negozi, moschee e cimiteri.
Nella prima fase dell’accordo di cessate il fuoco, che durerà 42 giorni, Hamas ha accettato di rilasciare 33 ostaggi tra cui bambini, donne (comprese le soldatesse) e uomini di età superiore ai 50 anni, in cambio di centinaia di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.
Nella seconda fase, gli ostaggi ancora in vita dovranno essere rimandati indietro e sarà liberata una percentuale corrispondente di prigionieri palestinesi, mentre Israele si ritirerà completamente dal territorio. I dettagli dovrebbero essere soggetti a ulteriori negoziati, che dovrebbero iniziare 16 giorni dopo la prima fase.
La terza fase riguarderà lo scambio dei corpi degli ostaggi deceduti e dei membri di Hamas e sarà avviato un piano di ricostruzione per Gaza. Gli accordi per il futuro governo della Striscia rimangono nella nebbia.