Donald Trump, che lunedì giurerà ufficialmente come 47esimo presidente degli Stati Uniti, starebbe pianificando una visita ufficiale in Cina entro i primi 100 giorni dopo il suo insediamento per stabilire un dialogo diretto con Pechino, pur rimanendo fermo su dossier strategici come il commercio e la sicurezza nazionale.
A rivelarlo sono fonti vicine al team di transizione, secondo cui il presidente-eletto sarebbe pronto a visitare anche l’altro grande gigante asiatico – l’India – per un incontro con il premier Narendra Modi.
Trump e il suo omologo cinese Xi Jinping hanno recentemente avuto una conversazione telefonica durante la quale hanno affrontato temi delicati come l’interscambio commerciale (e la relativa minaccia di dazi USA), il traffico di fentanyl e il divieto di TikTok.
Trump non ha mai nascosto la sua preferenza per il dialogo diretto con i leader stranieri, anche quelli considerati rivali strategici. “Se vuoi cambiare qualcosa nei rapporti con un Paese, devi parlare con chi lo guida,” ha dichiarato Jason Miller, uno dei principali consiglieri dell’ex presidente. “Non significa instaurare un’amicizia, ma essere chiari e diretti su ciò che si vuole ottenere.”
Durante il suo primo mandato (2016-2020), Trump aveva cercato di instaurare un rapporto personale con Xi, incontrato prima a Mar-a-Lago, in Florida, e poi nel corso di una visita ufficiale a Pechino nel 2017. Quest’ultima era stata caratterizzata da un’accoglienza solenne, con una visita alla Città Proibita e colloqui formali nel Palazzo del Popolo. Secondo un ex collaboratore, Trump avrebbe interpretato quei gesti come un segno di rispetto da parte del leader cinese, rafforzando la sua convinzione che il dialogo personale possa favorire la diplomazia ufficiale.
Anche dalla Cina arriva qualche timido segnale di apertura. Xi ha inviato un messaggio di congratulazioni a Trump in cui ha sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio tra le due superpotenze per affrontare le sfide globali. Nonostante Xi fosse stato formalmente inviato alla cerimonia di insediamento di lunedì, a rappresentare Pechino al Trump 2.0 sarà piuttosto il vicepresidente della Repubblica Popolare, Han Zheng.