“E’ giusto stare qui”, Bettino Craxi è stato “un grande italiano, non doveva morire in esilio, l’esilio è qualcosa che ci ricorda tempi bui. Un uomo che è stato uno dei grandi protagonisti, insieme ad Andreotti e a Berlusconi, della politica estera italiana”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani al cimitero Cristiano di Hammamet, a margine delle commemorazioni per il 25 anniversario della morte di Bettino Craxi, qui sepolto. L’ex presidente del Consiglio socialista, condannato in Italia per corruzione, è morto in esilio volontario il 19 gennaio del 2000 nella città che aveva scelto come seconda patria.

“Craxi – ha proseguito Tajani – è stato l’uomo che ha avuto il coraggio di mettere un segnale chiaro, una differenza, tra socialismo e comunismo, un uomo che ha avuto il coraggio di difendere l’autonomia dell’Italia, ha avuto il coraggio di guardare con attenzione al Medio oriente, un uomo che ha avuto il coraggio di fare grandi battaglie anche garantiste, ricordiamo la vittoria al referendum sulla responsabilità civile dei magistrati, ricordiamo tutta la vicenda della scala mobile, è stato un grande protagonista, primo ministro, un uomo di grande spessore e grande amico di Silvio Berlusconi. È giusto rendere omaggio a politici che devono stare nell’album di famiglia, almeno della mia famiglia politica”.
“Sono qui, quindi non c’è bisogno di sottolineare” quanto sia importante ricordare la figura di Bettino Craxi, ha detto invece il presidente del Senato, Ignazio La Russa, anche lui a Hammamet, arrivando all’Istituto culturale internazionale di Hammamet “Dar Sebastian”, per l’inaugurazione della mostra “Volti del Novecento” sulle opere litografiche dell’artista emiliano Nani Tedeschi, una delle iniziative della fondazione Bettino Craxi per la commemorazione del 25 anniversario della scomparsa dell’ ex presidente del Consiglio. “Su un fatto siamo tutti d’accordo: che non sarebbe dovuto accadere che Craxi morisse in esilio e non potesse curarsi in Italia. Partiamo da questo” ha detto invece il presidente del Senato, Ignazio La Russa, anche lui a Hammamet, arrivando all’Istituto culturale internazionale di Hammamet “Dar Sebastian”, per l’inaugurazione della mostra “Volti del Novecento” sulle opere litografiche dell’artista emiliano Nani Tedeschi, una delle iniziative della fondazione Bettino Craxi per la commemorazione del 25simo anniversario.
Ad Hammamet anche la figlia Stefania Craxi per cui suo padre “lascia tante intuizioni, penso al ruolo dell’Italia nel Mediterraneo, al concetto di patria che fu il primo a pronunciare a sinistra e che ha mutuato dal Risorgimento, alla battaglia sulla giustizia. Craxi è tuttora di estrema attualità, lascia delle grandi intuizioni, c’è chi ha saputo coglierle, e le ha sapute cogliere il centrodestra, e chi no”. Lo ha detto Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia e presidente della commissione Esteri e Difesa di Palazzo Madama, ad Hammamet per la commemorazione del 25 anniversario dalla scomparsa dell’ex presidente del Consiglio, avvenuta il 19 gennaio del 2000.
“Le istituzioni del centrodestra – ha sottolineato la senatrice di Forza Italia riferendosi alla partecipazione alla commemorazione di oggi di La Russa e Tajani – in questi anni sono venute spesso, chi non è mai venuto è un esponente istituzionale o politico di rilievo del centrosinistra, che non hanno ancora messo i piedi nella sabbia di Hammamet”.
“Quella brutta pagina – ha concluso Stefania Craxi parlando della stagione delle inchieste di Mani pulite – ha lasciato delle distorsioni sul nostro sistema politico e istituzionale e finché non si farà i conti con la storia repubblicana fino in fondo, anche con la brutta stagione di Mani pulite, sarà difficile riprendere il normale corso democratico”.