Kristi Noem, governatrice del South Dakota, potrebbe diventare la prossima segretaria del Dipartimento della Sicurezza Interna, qualora la sua nomina verrà approvata dal Senato.
Tuttavia, in questi mesi la fedelissima di Donald Trump è stata al centro di una vicenda alquanto spinosa, che l’ha vista venire bandita dalle riserve di nove tribù del suo stato, per aver accusato le comunità dei nativi di complicità con i cartelli della droga messicani.
Gli attriti tra le tribù e la governatrice iniziarono nel 2019, quando quest’ultima firmò una controversa legge anti-sommossa che, secondo i critici, era rivolta ai manifestanti, compresi i nativi americani, che cercavano di bloccare l’oleodotto Keystone XL e progetti simili. L’anno successivo, durante la pandemia, Noem si scontrò con gli Oglala Sioux e i Cheyenne River Sioux, per i posti di blocco che avevano eretto lungo i loro confini, per cercare di proteggere la salute della loro gente.
Il suo rapporto con i nativi si è definitivamente incrinato nel 2024, quando durante il discorso dinanzi all’assemblea legislativa affermò: “I cartelli della droga sono presenti in diverse riserve tribali del South Dakota. I membri del cartello commettono omicidi nella riserva di Pine Ridge e a Rapid City, e una gang chiamata ‘Ghost Dancers’ è affiliata a queste organizzazioni criminali”.
“Sicuramente la droga viene venduta dai cartelli a privati e intermediari e finisce nel South Dakota. Ma non c’è una loro presenza effettiva nello stato e nelle riserve”, spiegò invece Ryman LeBeau, il presidente dei Cheyenne River Sioux, la più grande tribù locale, “Abbiamo avuto la sensazione che Noem stesse usando la negatività per aumentare la sua statura e attirare più attenzione su di sé, così qualcuno come Donald Trump l’avrebbe notata”.
Dopo ulteriori attacchi da parte della governatrice, nove tribù dello stato hanno deciso di bandirla dalle loro terre. La fedelissima di Trump, però, ha continuato imperterrita con le sue accuse. Quest’ultima, inoltre, per sostenere le proprie tesi, ha iniziato a mostrare una foto di Charles Merrival, un motel manager nativo americano, nonché uno spacciatore con diversi precedenti alle spalle. Noem, in questi mesi, ha continuato a sostenere che l’uomo operasse per conto dei cartelli.
Un’accusa rivelatasi infondata e smentita dagli inquirenti. Merrival è stato condannato a fine novembre a otto anni di prigione per accuse federali riguardanti lo spaccio di droga. Il 32enne ha affermato che le accuse mossegli dalla governatrice hanno influenzato il suo processo.