Le ceneri non si sono ancora posate, ma gli speculatori immobiliari sono già al lavoro. In alcune località come quella di Altadena, nella contea di Los Angeles dove gli incendi hanno devastato irrimediabilmente il territorio e trasformato in rovine decine di abitazioni, le fiamme hanno lasciato una scia di distruzione sia materiale che morale.
Tuttavia non c’è “spazio per la compassione”, come riferiscono alcuni abitanti della zona, che oltre a aver perso la loro abitazione devono difendersi dagli assalti degli investitori a caccia di affari che si presentano con incessanti offerte immobiliari.
La situazione è drammatica: mentre molti cittadini cercano ancora di capire come ricostruire le loro case e le loro vite, il quartiere è lambito da speculatori senza scrupoli, pronti a sfruttare la vulnerabilità delle vittime.
Altadena, storicamente un rifugio per le comunità nere e latine della classe media, si trova adesso in una posizione di fragilità. L’area è un census-designated place, un luogo senza né un sindaco né un consiglio comunale che possano intervenire per regolare le successive fasi del disastro. Destinata a essere incorporata dalla vicina Pasadena, ha sempre preso le distanze dal sobborgo, rifiutandosi di entrarne a far parte.
Agenti immobiliari come Teresa Fuller, contribuiscono a supportare i sopravvissuti. Con oltre vent’anni di esperienza maturati nel settore e sul territorio, Fuller ha organizzato sessioni online per guidare i proprietari degli immobili nel processo di richiesta dei risarcimenti assicurativi.
Per decenni, la cittadina ha rappresentato una rara eccezione: in questo luogo della California meridionale le famiglie nere potevano acquistare case e costruire comunità solide. Spesso le proprietà venivano ereditate dalle generazioni precedenti, grazie alla determinazione dei parenti che, negli anni ’60, sfidavano le difficoltà per costruire un futuro migliore.
Oggi, purtroppo, la gentrificazione e gli effetti devastanti dei roghi minacciano di cancellare questa storia. Gli speculatori, spesso provenienti da altri stati, offrono contanti ai residenti sotto assicurati, mentre avvocati e investitori spingono per acquistare ciò che resta.
Nonostante le difficoltà, la cittadina cerca di riorganizzarsi. Gruppi come la National Organization of Minority Architects, un’organizzazione professionale composta da architetti alleati per promuovere la giustizia e l’equità nelle comunità di colore, offrono aiuti per la riedificazione, mentre leader locali si impegnano a preservare l’identità dei quartieri.
Il percorso comunque è ancora in salita. Molte famiglie, potrebbero decidere di non tornare. Colette Curtis, responsabile dello sviluppo economico di Paradise, un’altra contea devastata dagli incendi, ha affermato: “Non tutti vogliono impiegare il resto della loro vita a ricostruire”.
Tuttavia in diversi considerano Altadena una comunità con radici profonde e storie condivise, dove investire significa proteggere il patrimonio identitario ereditato e allontanare chi vuole trasformare il dolore in profitto.