Il World Monuments Fund, l’organizzazione internazionale senza scopo di lucro impegnata nella salvaguardia del patrimonio architettonico, ha riservato una sorpresa, inserendo per la prima volta la Luna nella sua lista biennale dei siti culturali a rischio.
Tradizionalmente dedicata a templi, cimiteri e quartieri storici, la no profit ora ha deciso di guardare oltre il nostro pianeta per sensibilizzare l’opinione pubblica su una nuova minaccia al patrimonio dell’umanità.
Bénédicte de Montlaur, presidentessa e amministratrice delegata del WMF, ha sottolineato che nonostante la sfera celeste sembri tanto distante dal nostro quotidiano, con l’aumento delle missioni spaziali, dovrà essere predisposto un piano per proteggerla prima che sia troppo tardi.
A dimostrazione della crescente attività spaziale, lo stesso giorno della pubblicazione del rapporto 2025 del WMF, un razzo SpaceX è decollato dal Kennedy Space Center, in Florida per lanciare due lander robotici privati. Entro la fine del decennio, la NASA prevede di riportare gli esseri umani sul nostro satellite naturale attraverso le missioni Artemis e di stabilirvi una base permanente. Anche altre nazioni stanno perseguendo progetti simili, mentre il mercato emergente del turismo spaziale e l’accumulo di detriti spaziali rappresentano ulteriori minacce.
Secondo il rapporto, oltre 90 luoghi sulla superficie lunare, come la storica Tranquility Base dell’Apollo 11, rischiano di essere danneggiati. Questo sito, dove Neil Armstrong e Buzz Aldrin camminarono per la prima volta nel 1969, conserva 106 manufatti lasciati dagli astronauti, tra cui la fase di discesa del modulo lunare e l’impronta di Armstrong.
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Il WMF ha sottolineato come tali luoghi rappresentino “traguardi straordinari della scienza e dell’ingegneria” e abbiano ispirato un senso di meraviglia collettiva a livello globale. Tuttavia, proteggerli non sarà facile: nessuna nazione o governo possiede la Luna. De Montlaur ha indicato l’Antartide come esempio di collaborazione internazionale, dove trattati specifici hanno permesso di tutelare siti storici come la capanna di Shackleton, costruita nel 1908 durante la spedizione di Nimrod.
Al momento, 52 paesi, tra cui gli Stati Uniti, hanno firmato gli Accordi Artemis, che promuovono le migliori pratiche per l’esplorazione spaziale e mirano a proteggere il “patrimonio condiviso dello spazio”. Tuttavia, mancano linee guida concrete su come effettivamente preservare i siti lunari.
La “falce d’argento” non è l’unico luogo a rischio evidenziato dal rapporto del WMF. Tra i 25 siti selezionati, molti affrontano minacce imminenti. In Africa orientale, le aree patrimonio sulla costa swahili sono messe in pericolo dall’innalzamento del livello del mare e da tempeste sempre più frequenti. In Maine, i fari storici che hanno oltre 200 anni, rischiano di scomparire sotto l’effetto dei cambiamenti climatici.
I conflitti armati aggravano ulteriormente la situazione. In Ucraina, la “Casa dell’Insegnante” di Kiev, simbolo dell’indipendenza nazionale dal 1918, è stata gravemente danneggiata da un attacco missilistico russo nel 2022. A Gaza, la chiesa di San Porfirio, uno dei più antichi luoghi di culto cristiano, ha subito gravi danneggiamenti durante gli scontri tra Israele e Hamas.
Il messaggio del WMF è chiaro: dalla Luna alla Terra, il patrimonio culturale dell’umanità deve essere preservato. Ogni sito, dalla Tranquility Base, alle coste africane, rappresenta un capitolo della nostra storia condivisa.