A 72 ore dallo scoppio del primo incendio, fra Palisades e Santa Monica, la situazione è degenerata e, venendo a galla i primi problemi nella gestione delle fiamme, nella mancanza di acqua e nei fondi per la ricostruzione delle 2.000 case rese al suolo in oltre 11.600 ettari bruciati, le autorità cominciano a scaricarsi le colpe l’un con l’altro.
Ad accendere la prima scintilla è stato Donald Trump, riaprendo una faida mai ricucitasi con la California. In un post sul suo profilo di Truth Social il presidente eletto ha definito “incompetente” e “responsabile” dell’accaduto il governatore Gavin Newsom per essersi “rifiutato di firmare la dichiarazione di ripristino delle acque che gli era stata sottoposta e che avrebbe permesso a milioni di galloni d’acqua, provenienti dalle piogge in eccesso e dallo scioglimento delle nevi del Nord, di fluire ogni giorno in molte zone della California, comprese quelle che al momento stanno bruciando in modo praticamente apocalittico”. Tutto, secondo le accuse infondante di Trump, per proteggere un pesce, il “delta smelt”, in via d’estinzione, che vive nella Baia di San Francisco, dove vengono indirizzate le acque che arrivano dalla California settentrionale, la parte più umida dello Stato. Secondo le accuse di Trump, il governatore Newsom avrebbe dovuto firmare una “dichiarazione di ripristino delle acque” per deviare le risorse idriche del Nord agli agricoltori della Central Valley e ai residenti di Los Angeles, che invece ricevono gran parte dell’acqua dal fiume Colorado, che scorre al confine Est con l’Arizona. In realtà, non è mai esistita “una dichiarazione di ripristino delle acque” e il sistema idrico della California è stato organizzato decenni fa.
Infine, Trump ha criticato anche il lavoro della Federal Emergency Management Agency, l’agenzia analoga alla Protezione Civile italiana, gestita dal presidente uscente Joe Biden: “Non ha più soldi. Tutti buttati sul Green New Scam!”, facendo riferimento all’ultimo accordo da 1,35 miliardi di dollari messi a disposizione per le conseguenze degli “eventi atmosferici estremi”.
Il governatore Newsom, rimasto in silenzio fino a mercoledì sera, ha commentato ai microfoni di CNN con voce rotta, l’aria rarefatta per il fumo, una casa in fiamme alle sue spalle: “Le persone stanno fuggendo, hanno perso le loro vite, i bambini hanno perso le loro scuole, le chiese stanno bruciando. Ho tanti pensieri. Avrei tante cose da dire, ma non ne parlerò. Quel tipo vuole politicizzare questa cosa. Oggi sono stato con il presidente degli Usa e sono orgoglioso di stare con Joe Biden che ha a cuore tutte le persone di questa comunità senza fare giochi di politica”.
Pioggia di critiche anche alla sindaca di Los Angeles Karen Bass per non aver rimandato un viaggio in Ghana, in occasione dell’investitura del nuovo presidente, mentre la sua città veniva mangiata dalle fiamme. “Deve delle scuse ai suoi cittadini – le ha chiesto il giornalista di Sky News David Blevins all’uscita dell’aeroporto – per essere stata assente mentre le loro case bruciavano? E si è pentita di aver tagliato il budget dei vigili del fuoco di milioni di dollari?”. La risposta di Bass non è mai arrivata. Per il bilancio del 2024-2025 la prima cittadina ha deciso di tagliare 17,6 milioni di dollari al Dipartimento dei Vigili del Fuoco di Los Angeles, pur sapendo che la scorsa stagione estiva per la California meridionale è stata la più calda, secca e duratura dal 2021 con un totale di oltre 400.000 ettari di terreno bruciati e prevedendo altrettanta violenza per il 2025. Inoltre, d’accordo con il capo dei pompieri, avrebbero sottostimato il bisogno d’acqua della città e quindi non avrebbero messo in atto misure straordinarie per stoccare altre risorse, oltre a quelle già immagazzinate dai serbatoi, prima dello scoppio degli incendi. Il risultato: a causa della richiesta straordinaria, quadruplicata e per 15 ore continue, gli idranti di Pacific Palisades sono completamente vuoti e i vigili del fuoco sono costretti a utilizzare camion cisterne, più lenti negli spostamenti.
Città e Stato hanno disposto quanta più forza lavoro possibile per cercare di fermare le fiamme – dei cinque incendi segnalati di CalFire, solo Lidia è contenuto del 40%. Newsom ha schierato oltre 600 membri della Guardia Nazionale, in aggiunta ai 2.000 già messi a disposizione dal presidente Biden, insieme ai 10 aerei ad ala rotante e due aerei C-130 allestiti per le operazioni di lotta agli incendi boschivi. Da Arizona, Nevada, Oregon e Washington sono inoltre in arrivo migliaia di vigili del fuoco e specialisti nelle azioni di salvataggio.
Ad accompagnare i 7.500 agenti del Dipartimento Forestale e Antincendio statale, ci saranno anche 395 detenuti, che hanno lo status di “custodia minima”, assunti dal Dipartimento di Riabilitazione della California per 26,90 dollari al giorno – poco più di 1 dollari all’ora, quando il salario minimo di Los Angeles è di 16,50 dollari –, secondo Business Insider. Non è la prima volta che una misura di questo tipo viene messa in atto, vista la situazione emergenziale che sta travolgendo Palisades, Hollywood e Santa Monica.
Più di 2.000 case sono state distrutte, oltre 367.000 californiani sono rimasti senza corrente e su 180.000 pende l’obbligo di evacuazione.
Intanto, sono state arrestate 20 persone che avrebbero approfittato della situazione di disagio per prendere d’assalto le case già distrutte e derubarle degli ultimi beni rimasti, secondo quanto riferito dall’ufficio dello sceriffo di Los Angeles. “Fra ieri sera e questa mattina – ha dichiarato lo sceriffo Robert Luna durante una conferenza stampa – siamo arrivati a 20 persone che hanno scelto di andare nelle nostre zone e privare queste povere persone che ne hanno passate tante dei loro beni. Assolutamente inaccettabile”. Le pattuglie continueranno a perlustrare l’area e ad assicurarsi che non ci siano vandali.