Sam Altman, capo di OpenAI, è stato accusato dalla sorella minore Ann di averla abusata sessualmente per circa nove anni. Nella denuncia, depositata lunedì presso un tribunale federale del Missouri, la donna chiede al padrino di ChatGPT un risarcimento di 150.000 dollari, suddivisi in due capi d’accusa: aggressione sessuale e violenza sessuale aggravata.
Gli episodi risalirebbero al periodo compreso tra il 1997 e il 2006, quando Ann Altman era una bambina e Sam era un adolescente. Secondo il legale della donna, Ryan Mahoney, gli abusi sarebbero iniziati quando la presunta vittima aveva meno di cinque anni e sarebbero consistiti in diversi atti di manipolazione psicologica da parte del fratello volti a farle credere che le molestie fossero su iniziativa propria della giovane.
Ann Altman ha recentemente raccontato di aver affrontato problemi di salute mentale, fisica e finanziaria dovuti a traumi infantili, arrivando a sostenersi economicamente attraverso attività come la creazione di contenuti pornografici online e, successivamente, prostituzione.
In una dichiarazione congiunta rilasciata martedì, Sam Altman, i suoi due fratelli Jack e Max e la madre hanno tuttavia veementemente respinto le accuse definendole “completamente false”. La famiglia ha attribuito le accuse di Ann ai suoi problemi di salute mentale, aggiungendo che la donna avrebbe rifiutato di curarsi.
“È particolarmente doloroso quando si rifiuta di accettare aiuto e si rivolgono accuse contro chi cerca di supportarla”, si legge nella nota.
“La nostra famiglia ama Annie ed è molto preoccupata per il suo stato di salute”, prosegue il post. “Annie riceve da noi un sostegno economico mensile, che ci aspettiamo continui per il resto della sua vita. Ma nonostante questo, Annie continua a chiederci più soldi”.