Meta nei giorni scorsi ha annunciato una revisione radicale delle sue politiche di moderazione dei contenuti ed ha segnato una svolta significativa nella gestione della piattaforma. Tra le modifiche principali, l’eliminazione del fact-checking professionale e l’introduzione di nuove regole che ampliano i confini di ciò che gli utenti possono pubblicare, con immediati effetti sulle norme di “condotta scorretta”.
Ora, ad esempio, sarà possibile riferirsi alle donne come “oggetti domestici” o “proprietà” e alle persone transgender o non binarie con termini dispregiativi. Inoltre, l’azienda lascia ampio spazio alla possibilità che vengano colpite altre specifiche categorie e ha giustificato la scelta con la volontà di sostenere il dibattito politico e religioso su temi come il transgenderismo e l’omosessualità.
Secondo la nuova versione delle direttive, dichiarazioni che in passato sarebbero state rimosse immediatamente, ora sembrano ammesse.
Lo smantellamento della rete di fact-checker indipendenti negli Stati Uniti, sarà sostituita da un sistema di “note della community” generate dagli utenti per aggiungere contesto ai post. Parallelamente, i sistemi automatizzati di rilevamento delle violazioni saranno tarati per concentrarsi solo su casi estremi, come lo sfruttamento minorile e il terrorismo. Il CEO della multinazionale Mark Zuckerberg ha riconosciuto che il nuovo approccio comporterà “meno errori nella rimozione di contenuti innocenti”, ma ha anche ammesso che ciò potrebbe permettere ad altri più controversi di proliferare.
Il cambiamento arriva in un momento in cui l’impresa sembra cercare di recuperare terreno tra i conservatori statunitensi, incluso Donald Trump, che ha accolto con favore le nuove modifiche. Durante una conferenza stampa, il neo eletto presidente ha dichiarato che i cambiamenti sono “probabilmente” il risultato delle minacce rivolte in passato all’amministratore delegato.
Gli esperti dell’ecosistema digitale temono che queste mosse possano intensificare la diffusione di incitamento all’odio e falsità virali. Alcuni osservatori hanno già definito il nuovo approccio un pericoloso passo indietro nella lotta contro l’intolleranza digitale.
Meta ha comunque ribadito che continuerà a vietare attacchi diretti contro gruppi protetti basati su etnia, razza o religione, oltre a mantenere politiche di contrasto al bullismo e alle molestie. Tuttavia, le nuove regole riflettono una chiara accelerazione nella visione di Zuckerberg per una piattaforma più orientata alla “libera espressione”.