A oltre un decennio dall’abolizione del divieto di arruolamento per i militari LGBTQ+ nelle forze armate statunitensi, decine di migliaia di veterani continuano a combattere una battaglia contro i congedi “non onorevoli” che li hanno privati dei benefici e dei riconoscimenti meritati. Ora, un accordo collettivo approvato dal Pentagono promette di cambiare radicalmente questa situazione, offrendo sollievo a circa 35.000 ex militari.
Il patto, che attende l’approvazione della Corte Distrettuale Settentrionale della California, prevede una revisione dei registri per eliminare appunto la dicitura “non onorevole” legata all’orientamento sessuale. Questa iniziativa non solo consentirà l’accesso ai benefici del Dipartimento per i Veterani, ma restituirà dignità a chi è stato discriminato.
Secondo Lilly Steffanides, una veterana della Marina e querelante nel caso, questa misura rappresenta molto di più di una semplice correzione burocratica: “Si tratta di ripristinare l’onore e l’orgoglio che i veterani LGBTQ+ hanno sempre meritato ma che sono stati loro negati.” Steffanides ha raccontato come il suo congedo avvenuto nel 1988, a causa del suo orientamento sessuale, l’abbia spinta verso anni di difficoltà, tra dipendenze e vita in strada.
Nel 2011, la politica discriminatoria in base al “don’t ask, don’t tell” era stata abolita, e aveva permesso l’integrazione di persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ senza compromettere la coesione delle unità. Tuttavia, l’accesso ai benefici è rimasto un processo complicato. Gli attivisti sottolineano che molti veterani non hanno aggiornato il loro stato di congedo a causa dello stigma e della complessità della legge.
Grazie all’accordo raggiunto, adesso potranno, tramite un’azione legale collettiva, rivedere le loro pratiche senza dover intraprendere tortuosi percorsi individuali. Questo approccio semplificato consentirà di ottenere i riconoscimenti già dall’estate e renderà il processo molto più rapido ed efficace. Jocelyn Larkin, avvocato del team legale dei querelanti, ha definito l’intesa “un passo cruciale per affrontare una profonda ingiustizia e garantire ai veterani della comunità arcobaleno il rispetto e il riconoscimento che sono stati a lungo negati”.