“Se vieni qui e inizi a dettare regole, ti faremo a pezzi.”
Non va tanto per il sottile Steve Bannon per apostrofare Elon Musk, colpevole di aver difeso il programma di visti H-1B che consente alle aziende statunitensi di assumere lavoratori altamente qualificati dall’estero.
L’ex stratega di Donald Trump e ancora icona di riferimento dell’ultradestra USA ci è andato giù pesante durante il suo podcast War Room. Bannon e altri componenti della glaassia MAGA accusano infatti il programma di sottrarre posti di lavoro agli americani e di abbassare i salari – mentre Musk sostiene che i permessi siano stati essenziali per costruire aziende come Tesla e SpaceX, pilastri della competitività americana, e propone che ne vengano concessi di più per trovare manodopera altamente qualificata che potrebbe non essere facilmente disponibile nella forza lavoro statunitense.
“Devi studiare la storia politica moderna e le battaglie che abbiamo affrontato per arrivare qui,” ha affermato Bannon. “Non salire sul pulpito per dettare regole senza conoscere il contesto. Se lo fai, ti faremo a pezzi.”
Dalla parte di Musk c’è però anche il presidente-eletto Donald Trump, che sabato ha dichiarato al New York Post di essere favorevole al programma. “Sono sempre stato a favore dei visti H-1B. Ne ho usati molti nelle mie proprietà. È un’ottima cosa”, ha aggiunto Trump.
I commenti di sabato di Trump arrivano un giorno dopo che Musk aveva giurato di andare in “guerra” sulla questione, dicendo a un utente di X di andare “a farsi f**tere”. A favore del programma si è schierato anche Vivek Ramaswamy, che insieme a Musk dirigerà il Dipartimento per l’efficienza del governo. “La cultura americana ha venerato la mediocrità piuttosto che l’eccellenza”, le parole del repubblicano su X.
Parallelamente, Musk ha scatenato un’altra polemica cambiando il proprio nome su X in “Kekius Maximus” e aggiornando la foto del profilo con un’immagine di Pepe the Frog, un meme associato a movimenti di estrema destra. Il cambio di nome, accompagnato da riferimenti a una criptovaluta chiamata $KEKIUS, ha fatto impennare il valore del token del 700%.
L’uso di Pepe the Frog e del termine “kek” ha sollevato preoccupazioni tra gli attivisti, inclusa l’Anti-Defamation League, che ha sottolineato come le immagini siano state utilizzate per diffondere messaggi razzisti e antisemiti, soprattutto durante la campagna elettorale del 2016.