“Non abbiamo mai avuto nulla di simile, di solito muoiono di vecchiaia”, ha dichiarato Mark Mathews, fondatore del Wild Felid Advocacy Center a Shelton, nello Stato di Washington, in merito alla morte per aviaria di venti felini, tra cui una tigre del Bengala e quattro puma. Tre animali che si erano ammalati si sono ripresi, invece un quarto rimane ancora ricoverato in condizioni critiche.
Il direttore insieme a tutti i dipendenti ha annunciato con grande dispiacere che la struttura sarebbe rimasta chiusa in quarantena fino a data da destinarsi, in modo da disinfestare tutti i recinti e da indagare l’origine del virus. Potrebbero essere stati gli escrementi degli uccelli selvatici o la carne cruda contaminata usata per nutrire i felini. In via preventiva, sono già state buttate via oltre 3,5 tonnellate di cibo.
I primi animali si sono ammalati a inizio novembre. il 23 è morto il primo puma, poi nel giro di qualche giorno ne sono morti a decine, fino all’ultimo, un servalo, il 13 dicembre. Ore sono rimasti solo 17 felini.
Il virus H5N1 si è diffuso molto rapidamente negli ultimi mesi. A inizio dicembre il Washington Department of Fish and Wildlife ha dichiarato che “numerosi” uccelli selvatici erano già ammalati, come un altro puma nella contea di Clallam – i felini sono particolarmente cagionevoli. Il caso più eclatante è la California dove quasi tutti i bovini e pollai sono infettati, con 645 caseifici positivi all’aviaria. Per il momento negli umani sono stati registrati 61 casi in tutti gli Stati Uniti.