L’omicidio di Brian Thompson, CEO di UnitedHealthcare, avvenuto il 4 dicembre a New York, ha scosso l’opinione pubblica americana, ma le reazioni alla tragica vicenda rivelano scenari piuttosto complessi. Secondo un sondaggio condotto dall’Emerson College, che ha il suo campus principale a Boston, nel Massachusetts, il 68% degli intervistati condanna senza riserve l’assassinio. Tuttavia, tra i più giovani, le opinioni risultano divise: il 41% degli intervistati con un’età compresa fra i 18 e i 29 anni ritiene le azioni del killer in parte giustificabili.
In particolare, il 24% degli appartenenti a questa fascia d’età le considera “abbastanza accettabili” e il 17% le ritiene “completamente accettabili”, mentre il 40% le definisce inaccettabili. Un risultato questo che riflette una profonda frattura generazionale, che viene alimentata da un crescente malcontento verso le grandi compagnie assicurative.
La rabbia contro i giganti della sanità, già diffusa in precedenza, ha trovato nuova forza dopo la morte di Thompson, raggiunto alla schiena e poi mentre giaceva a terra dai proiettili sparati da una pistola. Sui social media sono proliferati post che minimizzano o addirittura celebrano la morte dell’amministratore delegato, dando voce a un sentimento di frustrazione radicato nei confronti del sistema sanitario statunitense.
Il sondaggio ha inoltre evidenziato differenze politiche significative. Spencer Kimball, direttore esecutivo dell’Emerson College, ha sottolineato che il 22% dei democratici ha giudicato l’omicidio accettabile, rispetto al 16% degli indipendenti e al 12% dei repubblicani. Secondo Kimball, questi dati riflettono un cambiamento negli atteggiamenti sociali, in particolare tra i ragazzi.
Per il delitto è stato incriminato Luigi Mangione, arrestato il 9 dicembre in Pennsylvania dopo una segnalazione ricevuta da un dipendente di McDonald’s. Sebbene il movente non sia ancora stato reso pubblico, il 26enne è attualmente in attesa di estradizione a New York, dove dovrà rispondere di 11 capi d’accusa.