Un terremoto di magnitudo 7.3 ha colpito alcune ore fa la costa di Vanuatu, nel Pacifico meridionale, causando la morte di almeno sei persone. Numerosi feriti sono stati trasferiti negli ospedali, e ingenti danni sono stati segnalati agli edifici, tra cui quello che ospita l’ambasciata statunitense nella capitale Port Vila.
Anche se l’allerta tsunami, è rientrato le autorità hanno chiesto alla popolazione di mantenersi distante dalle coste per almeno 24h. Katie Greenwood, responsabile della Federazione Internazionale della Croce Rossa per il Pacifico, ha confermato che molte persone sono ancora disperse.
L’epicentro localizzato a circa 30 chilometri a ovest di Port Vila, nelle profondità marine, è stato seguito da una scossa di assestamento di magnitudo 5.5. Testimoni hanno descritto scene di panico e il crollo di diverse strutture, con i soccorritori che cercavano di raggiungere le persone intrappolate senza l’ausilio di macchinari.
Secondo i primi resoconti, anche la pista dell’aeroporto risulta danneggiata, con conseguenti cancellazioni di voli da parte delle compagnie aeree australiane, così come l’ospedale principale della capitale che ha riportato lesioni e il personale medico si è trovato costretto a operare in un centro triage d’emergenza.
Nel frattempo, i governi di Australia e Nuova Zelanda hanno espresso preoccupazione per la situazione. Il ministro degli esteri australiano Penny Wong ha garantito assistenza immediata, mentre il suo omologo neozelandese Winston Peters ha dichiarato che 45 connazionali risiedono attualmente sull’isola.
Seppure le infrastrutture di Vanuatu siano progettate per resistere ai sismi, l’evento registrato risulta essere il più violento degli ultimi 21 anni. La nazione, che stava vivendo un periodo di instabilità politica si prepara ora a elezioni anticipate in un clima ulteriormente aggravato dalla nuova emergenza.