Un 29enne statunitense è stato liberato giovedì nei sobborghi di Damasco dopo sette mesi di detenzione in Siria. A liberarlo le forze ribelli che una settimana fa hanno conquistato Damasco e abbattuto il regime di Assad.
L’uomo, identificato come Travis Pete Timmerman, originario del Missouri, ha dichiarato di essere entrato nel Paese a piedi nel corso di un pellegrinaggio cristiano. Di lui si erano perse le tracce lo scorso maggio a Budapest, in Ungheria.
Nel video diffuso dai media siriani, Timmerman appare disteso su un materasso in una casa privata. Un gruppo di uomini afferma che è stato trattato bene e che presto potrà ri-incontrare alla sua famiglia. Le autorità statunitensi hanno confermato di essere a conoscenza della situazione, ma hanno preferito non rilasciare ulteriori dettagli per motivi di privacy.
Timmerman ha raccontato di essere stato arrestato dopo essere entrato in Siria dal Libano a piedi. Il 29enne è stato detenuto per sette mesi in un carcere del regime siriano, presumibilmente la prigione di Sednaya, drammaticamente nota per le sue condizioni dure e per le torture sistematicamente praticate sui prigionieri. Pur avendo raccontato di aver sentito altri prigionieri sottoposti a torture, Timmerman ha sottolineato di non essere mai stato maltrattato.
“Sono stato nutrito, ho avuto acqua, ma la difficoltà più grande è stata non poter andare in bagno quando volevo”, ha dichiarato. Secondo i medici che lo hanno visitato, non riporterebbe segni di abusi fisici.
La scoperta di Timmerman alimenta le speranze di riportare a casa altri cittadini stranieri detenuti in Siria, tra cui il giornalista Austin Tice, scomparso nel 2012. Secondo diverse fonti, Tice sarebbe ancora vivo e detenuto nelle carceri del regime, nonostante un video del 2012 lo mostrasse prigioniero di un gruppo armato.
L’FBI ha offerto una ricompensa fino a un milione di dollari per chiunque possa fornire informazioni utili al ritorno di Tice. Per l’occasione a Damasco è arrivato Mouaz Moustafa, capo della ONG statunitense Syrian Emergency Task Force (SETF), il quale sta coordinando le operazioni per localizzare Tice e altri ostaggi americani che Washington spera di riportare a casa già nei prossimi giorni.