Come spiegato dalla stessa presidente Claudia Sheinbaum, il Messico sta cercando di trovare un accordo con il presidente eletto Donald Trump per limitare il numero di deportati, originari di Paesi terzi, che potrebbe ricevere dagli Stati Uniti.
Ieri, nel corso di una conferenza stampa, la leader messicana ha affermato di voler trovare una strategia comune con l’amministrazione entrante, ribadendo al contempo che il Messico è “solidale con tutti, ma la sua funzione principale è quella di ricevere i messicani”. Qualora Trump dovesse attuare realmente i pieni di deportazione di massa, riguardanti gli immigrati irregolari, la Sheinbaum farà entrare nel Paese solo i connazionali che verranno allontanati dagli USA.
La presidente ha detto che la sua amministrazione sta organizzando incontri con i governatori degli Stati messicani di confine, Baja California, Sonora, Chihuahua, Coahuila, Nuevo León e Tamaulipas, in modo da “accordarci su come accogliere i nostri compatrioti”. “Ci auguriamo che le deportazioni di massa non verranno messe in atto”, ha aggiunto Sheinbaum, “ma in caso contrario ci faremo trovare pronti”.

I commenti della presidente arrivano dopo una telefonata del 27 novembre con Trump, durante la quale i due hanno parlato della situazione al confine e della crisi del fentanyl. La leader messicana ha in seguito definito come “eccellente” quella conversazione.
Trump, a sua volta, ha definito la telefonata “meravigliosa” in un post su Truth Social, affermando che la Sheinbaum aveva “accettato di fermare l’immigrazione attraverso il Messico e negli Stati Uniti, chiudendo di fatto il nostro confine meridionale”. La 62enne, tuttavia, ha negato di aver proposto di sigillare le frontiere. “Ognuno ha il suo modo di comunicare, ma vi posso assicurare che non avremmo mai – e non ne saremmo capaci – proposto di chiudere il confine”, ha detto.
Il confine meridionale degli Stati Uniti è diventato un crocevia globale, dove migranti, messicani e non, si riuniscono con la speranza di entrare nel Paese, spesso dopo aver affrontato lunghi e faticosi viaggi. Dal 2022, la US Customs and Border Protection ha registrato una media annuale di oltre mezzo milione di incontri con i richiedenti asilo provenienti dai Paesi come El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Venezuela e Cuba.

Nel corso degli anni, il Messico ha svolto un ruolo cruciale nella politica migratoria degli States, accettando migranti provenienti dalle nazioni citate poc’anzi. Ora, dinanzi alle deportazioni di massa promesse ripetutamente da Trump, il governo cambierà approccio, aprendo le proprie porte solo ai suoi connazionali.
Un esempio che verrà seguito anche da altri Paesi dell’America Latina. In settimana, ad esempio, il ministero degli Esteri di Panama ha comunicato: “Alla luce del diritto internazionale, non abbiamo alcun obbligo di accettare deportati di nazionalità diversa da quella panamense”.