Oggi il Congresso riprende i lavori dopo la lunga pausa elettorale. Alla Camera c’è l’ultima sessione di questa legislatura prima che i nuovi eletti si insedino a gennaio. I parlamentari uscenti devono risolvere il nodo del finanziamento delle attività di governo entro il 20 dicembre altrimenti ci sarà lo “shutdown”, la chiusura delle attività governative.
Per ora sia i democratici che i repubblicani sembrano rassegnati ad approvare un “finanziamento ponte”, la risoluzione continua o CR (Continuing Resolution), che sosterrebbe temporaneamente il governo fino a marzo 2025, dato che quest’anno non c’è più tempo per raggiungere un accordo per uno “completo”. Ma è tutto molto vago. Finora i due partiti non hanno nemmeno concordato un budget di spesa complessivo per il nuovo anno fiscale, per non parlare di come allocare i fondi al governo federale.
Il leader della maggioranza del Senato, Chuck Schumer, ha accennato questa mattina all’inevitabilità di un disegno di legge a breve termine affermando: “Dobbiamo tenere fuori da qualsiasi estensione dei finanziamenti governativi disposizioni divisive e inutili, altrimenti sarà più difficile approvare una CR in tempo”.
Ma per i repubblicani approvare ora una legge ponte che finanzi le attività di governo, anche se per un periodo limitato, è un’arma a doppio taglio. Da una parte, a marzo avranno più influenza per decidere i finanziamenti governativi con Trump alla Casa Bianca e con la conquistata maggioranza al Senato. Nello stesso tempo, però, si creerà un gigantesco dibattito sul finanziamento della spesa pubblica nel corso dei primi 100 giorni della nuova presidenza, che, come primi punti nell’agenda dei progetti, ha posto i tagli fiscali e il programma sulla riforma dell’immigrazione e sulla sicurezza alle frontiere. Inevitabilmente queste premesse complicheranno anche i lavori al Senato per confermare i candidati scelti da Trump per formare il suo Gabinetto.
“Dobbiamo fare molte cose contemporaneamente”, ha detto il leader della maggioranza repubblicana della Camera, Steve Scalise. Ma sono stati presi in contropiede. I repubblicani sono stati rieletti dopo che in campagna elettorale hanno promesso i tagli federali come il loro primo impegno alla Camera e ora invece si trovano a legiferare sui finanziamenti.
“Non siamo in grado di preparare il bilancio federale da qui a Natale – ha detto il senatore repubblicano John Kennedy. – È inevitabile che dovremo finanziare gli attuali impegni di spesa prima di poter fare i tagli promessi. Spero solo che i finanziamenti per questa “legge ponte” siano quelli strettamente necessari”. Parlando ai microfoni della MNBC News, ha aggiunto che è probabile che il Congresso assegnerà “dai 30 ai 40 miliardi di dollari di aiuti per i disastri” compresi i finanziamenti per gli Stati colpiti dagli uragani quest’anno.
L’approvazione del bilancio è solitamente un processo complicato che richiede molti compromessi per trovare un accordo bipartisan, poiché le proposte di legge sono sottoposte al Senato e devono passare con un minimo di 60 voti a favore solo della maggioranza qualificata. Ancora per qualche settimana, i democratici sono al potere che, invece, a partire dall’anno prossimo, passerà di mano e andrà ai repubblicani che avranno 53 senatori – quindi al di sotto dei 60 voti della maggioranza qualificata. Quindi è inevitabile trovare un accordo tra i due partiti.
A complicare i difficili equilibri parlamentari anche le dimissioni di Matt Gaetz dalla Camera e le scelte da parte del presidente eletto che ha nominato quattro parlamentari, Elise Stefanik, Michael Walz, JD Vance e Mark Rubio, a far parte della squadra di governo.
Per quanto riguarda i due senatori, i governatori dell’Ohio, Mike DeWine, e della Florida, Ron De Santis, entrambi repubblicani, nomineranno prossimamente i sostituti fino alle elezioni speciali che si terranno nel 2026.
Più complicata, invece, è la situazione alla Camera. Ancora, a quasi un mese dalle elezioni, c’è un seggio in California che non è stato assegnato. La Camera, che è composta da 435 parlamentari, è divisa: 214 seggi ai democratici e 220, quindi la maggioranza, ai repubblicani. Tuttavia con i tre seggi vacanti (Gaetz, Stefanik e Walz) il potere si regge solo su tre seggi. Il governatore della Florida De Santis ha stabilito che le circoscrizioni elettorali in cui Matt Gaetz e Michael Walz erano stati eletti terranno le primarie a febbraio e le elezioni a marzo. Mentre per il seggio di Elise Stefanik, la governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, ancora non ha deciso quando si terranno le elezioni speciali.
Ed ecco che in questo quadro di incertezze e precarie maggioranze al Congresso un altro massiccio pacchetto di finanziamenti potrebbe far saltare Mike Johnson come speaker della Camera quando il 3 gennaio si insedierà la nuova legislatura. L’ala dell’ultra destra, anche se ha perso alcuni seggi alle ultime elezioni, forte della vittoria di Trump, è più che mai intransigente e non è disposta a scendere a patti con i democratici.