Un attacco aereo condotto domenica scorsa dalle forze governative siriane e russe nella provincia nord-occidentale di Idlib ha causato almeno 25 vittime, secondo il gruppo di soccorso della protezione civile siriana, conosciuto come i Caschi Bianchi. Gli aerei da guerra russi e siriani hanno colpito diverse aree della città di Idlib, una delle ultime roccaforti dei ribelli, dove vivono circa quattro milioni di persone, per lo più in condizioni precarie, in tende e rifugi improvvisati.
I residenti locali hanno riferito che uno degli attacchi ha colpito una zona residenziale densamente popolata nel centro della città, uccidendo almeno sette persone e ferendone decine. I Caschi Bianchi hanno confermato che tra le vittime ci sono anche dieci bambini, portando il bilancio totale delle vittime da quando, il 27 novembre, sono ripresi i bombardamenti, a 56 morti, inclusi 20 bambini.
Le forze siriane e i loro alleati russi, tuttavia, difendono le operazioni, sostenendo di aver mirato esclusivamente a nascondigli di gruppi ribelli, senza colpire deliberatamente i civili.
La coalizione ribelle, composta da gruppi laici sostenuti dalla Turchia e da Hayat Tahrir al-Sham, un’organizzazione islamista designata come gruppo terroristico da diversi paesi, ha recentemente preso il controllo di gran parte della provincia di Idlib in una delle offensive più audaci degli ultimi anni. L’intensificarsi degli scontri ha costretto l’esercito siriano a ritirarsi dalla città di Aleppo, una delle principali conquiste del governo di Assad, occupata sin dal 2016 dopo una lunga e devastante assedio che ha distrutto i quartieri ribelli dell’est.
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha promesso di sconfiggere i “terroristi”, accusando i gruppi ribelli di “usare solo la lingua della forza”. Nel frattempo, la situazione ad Aleppo rimane tesa, con molte persone che fuggono dalla città e i combattenti ribelli che si muovono liberamente tra le strade. Fonti militari hanno confermato che le forze governative si stanno riorganizzando e preparando un contrattacco.
Parallelamente, le forze democratiche siriane (SDF), sostenute dagli Stati Uniti, stanno affrontando attacchi intensi nel nord-ovest della Siria. Mazloum Abdi, comandante delle SDF, ha denunciato come i gruppi armati sostenuti dalla Turchia abbiano ostacolato i tentativi di stabilire un “corridoio umanitario” per proteggere i civili curdi. La Turchia, che considera gruppi come il PKK e le YPG come organizzazioni terroristiche, ha ribadito la sua intenzione di non permettere che minacce alla sua sicurezza o contro i civili siriani persistano nella regione.
Il conflitto siriano, iniziato nel 2011, ha provocato centinaia di migliaia di vittime e milioni di sfollati. Nonostante la fine degli scontri intensi grazie all’intervento di forze russe e iraniane a favore di Assad, la guerra continua a devastare il Paese. A tal proposito, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi, che domenica ha visitato Damasco, ha promesso che a prevalere sarà Assad.